Scegliere liberamente i giorni in cui lavorare e quali no; decidere autonomamente le ferie e le ore in cui sbrigare altre commissioni senza però chiedere permessi all’azienda. E’ la rivoluzione targata Richard Branson, presidente della Virgin, che ha deciso di eliminare l’orario di lavoro per i suoi dipendenti. “Contano i risultati, non le ore che passi in ufficio”, ha spiegato.
“La nostra nuova politica permetterà a tutti i salariati di andare in ferie quando vogliono e per quanto vogliono”, ribadisce, “Non c’è bisogno di chiedere l’approvazione a nessuno, e né i dipendenti, né l’azienda, dovranno tenere conto dei giorni che trascorrono in vacanza lontani dall’ufficio”. Insomma, sintetizza Branson, “sta ai dipendenti decidere quando hanno voglia di prendersi qualche ora, un giorno, una settimana o un mese di ferie”. Con un’unica condizione: “la sola consapevolezza che lo faranno quando si sentono al 100 per cento fiduciosi che la loro assenza non danneggerà il lavoro, e naturalmente nemmeno la loro carriera”.
“La nostra attenzione dovrebbe concentrarsi sui risultati che ognuno realizza, non su quante ore o quanti giorni ha lavorato”, ha infine concluso il magnate.
Quella della Virgin e’ al momento la piu’ rivoluzionaria delle soluzioni smart working, ma certo non l’unica. La Nokia, per esempio, ha da tempo eliminato il cartellino per i dipendenti, basando il rapporto sulla fiducia reciproca, e ottenendo una impennata di produttivita’. La Bmw, a sua volta, ha deciso di conteggiare come orario di lavoro anche il tempo impiegato da casa a spedire mail e sms su questioni aziendali. In Italia, l’esperienza piu’ avanzata e’ oggi quella di Vodafone, che ha applicato lo smart working a oltre 3000 dipendenti. Secondo uno studio del Politecnico di Milano, lavorare senza costrizione di luogo e orario garantirebbe un aumento di produttivita’, per le aziende, pari al 5,5%, con un risparmio di circa 37 miliardi di euro complessivi.