“Chiediamo ai ministri Calderone e Lollobrigida di riprendere il confronto positivo avviato con il tavolo interministeriale anticaporalato, anche perché servono i decreti attuativi delle novità introdotte, inoltre il metodo del decreto flussi continua a non rispondere adeguatamente al fabbisogno di manodopera e molti lavoratori divenuti irregolari vanno fatti emergere dall’economia sommersa e dall’illegalità, anche con un permesso di soggiorno per attesa occupazione”. Lo ha detto Onofrio Rota, segretario generale della Fai Cisl nazionale, intervenendo a Bari alla presentazione della ricerca “Made in Immigritaly: terre, colture, culture”, primo rapporto Fai-Cisl e Centro Studi Confronti sui lavoratori immigrati nell’agroalimentare italiano.
Per Rota sul fronte della lotta all’inclusione e al caporalato “sono stati fatti passi in avanti ma rimane urgente rendere operativi tutti gli strumenti preventivi in materia di sfruttamento: alcune misure recepite dal governo sono positive e sono frutto delle nostre proposte, come la possibilità di denunciare i caporali ottenendo percorsi di protezione e l’assegno di inclusione sociale, oppure l’incrocio delle banche dati delle imprese appaltatrici per ottenere controlli più mirati, oppure l’istituzione di costi controllati in linea con quelli di produzione, ma bisogna rendere operativi questi cambiamenti”.
“Altra partita fondamentale – ha aggiunto Rota – è quella che l’Italia deve giocare in Europa guardando alla prossima Pac e all’operato del nuovo Commissario Hansen: la condizionalità sociale conquistata con l’ultima riforma della politica agricola europea non solo va confermata, ma va consolidata e applicata concretamente al più presto in tutti i Paesi membri affinché i soldi pubblici vadano solo alle imprese sane”.