Il sindacato dei medici CIMO esprime “incredulità e rabbia” dinanzi ad alcune delle proposte avanzate dall’Aran nel corso delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei dirigenti medici, sanitari e veterinari. Proposte, dice CIMO, che “non migliorano le condizioni di vita e la qualità del lavoro, rendendo dunque impossibile porre un freno alla fuga dei professionisti dagli ospedali”.
Per CIMO infatti “il rinnovo del contratto di lavoro dei medici non è una questione che riguarda solo i medici. Perché a queste condizioni saranno sempre meno, fino a scomparire del tutto, i camici bianchi disposti a rimanere nel Servizio sanitario nazionale, preferendo dimettersi da un sistema in crisi già da anni per lavorare in strutture private più moderne o cooperative più remunerative, o optando per la libera professione, il prepensionamento o addirittura il trasferimento all’estero. Ma senza medici non può esistere un Servizio sanitario nazionale. E allora risulta a rischio la tenuta stessa della sanità pubblica, senza la quale i cittadini saranno costretti ad affidarsi a cure private a pagamento oppure a smettere di curarsi”.
Per questo CIMO “ritiene imprescindibile che il nuovo contratto preveda un miglioramento delle condizioni di lavoro e della qualità della vita dei professionisti che freni la fuga dagli ospedali, renda il SSN nuovamente attrattivo per i giovani e garantisca la qualità e la sicurezza delle cure. Obiettivi che risultano invece incompatibili con le proposte avanzate fino ad oggi dall’Aran in sede di trattativa”.
e.m.