La trattativa sulla riforma contrattuale tra sindacati e Confindustria è stata interrotta da un lungo chiarimento tra le organizzazioni sindacali sulla questione dell’indicatore di inflazione. In seguito è stata ricomposta l’unità delle posizioni. Il negoziato riprenderà a settembre.
Giorgio Santini, segretario confederale della Cisl, giudica il confronto faticoso ma positivo.
Santini, perché è stato così lungo l’incontro di ieri?
Perché è stata affrontata approfonditamente la questione su come individuare un indicatore dell’inflazione che tenga conto del caro vita. L’indicatore di inflazione programmata è palesemente sbagliato e inutilizzabile, inoltre la tempesta dell’inflazione rende molto difficile effettuare previsioni.
Perché è stato necessario un chiarimento tra i sindacati?
Confindustria ha accettato in via di principio di superare l’inflazione programmata, poi però ha chiesto di depurare fortemente l’inflazione importata, proponendo una riduzione sostanziale della base di calcolo. Nell’interruzione abbiamo dovuto discutere a lungo per individuare, nonostante le posizioni differenziate, un indicatore adeguato che superasse queste difficoltà.
Che caratteristiche ha questo indicatore?
Non sono state definite le modalità, ma è triennale, previsionale e non inflattivo. È importante perché permette di superare le differenze di posizione ed è il risultato di uno sforzo che ha come fine comune tutelare i lavoratori.
Cisl e Uil sono fermamente determinate a chiudere entro il 30 settembre come la Confindustria, mentre la Cgil sembra far prevalere il contenuto dell’accordo sulla data. È così?
A tutti interessa il contenuto. Ci sono tutte le condizioni per fare un accordo chiaro e chiuderlo entro il 30 settembre. Inoltre il termine è stato fissato da tutti e tre i segretari generali con il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e poi c’è la questione dei rinnovi.
Ovvero?
I ritardi incidono molto sul sistema contrattuale, per questo è necessario affrettare i tempi. Forte incentivo di questa contrattazione sono due importanti misure decise dall’Esecutivo in materia di manovra economica, che devono essere rese strutturali.
Quali sono queste misure?
La decontribuzione delle retribuzioni fino al 5%, stabilita dal protocollo del welfare, e la detassazione degli straordinari, moltiplicatori che favoriscono l’estensione del secondo livello a tutti i lavoratori.
1 agosto 2008
Francesca Romana Nesci