I contenuti della Nota di variazione al Def (Documento di programmazione economica finanziaria) approvati ieri dal Consiglio dei ministri per riallineare gli obiettivi di finanza pubblica alle richieste di Bruxelles, saranno recepiti con un emendamento del governo al ddl Stabilità, nel corso dell’iter parlamentare. E’ quanto si legge nella Relazione di variazione alla Nota di aggiornamento al Def pubblicata sul sito del Tesoro.
“Le misure addizionali previste dal governo e la conseguente revisione dell’obiettivo del saldo netto da finanziarie del bilancio dello Stato – si legge nel documento – saranno dettagliate con un successivo emendamento del governo al disegno di legge di Stabilità per il 2015-2017”. Gli effetti macroeconomici attesi dalle misure aggiuntive, sottolinea infine il documento, “non alterano sostanzialmente le previsioni programmatiche presentate nella nota di aggiornamento del Def. Coerentemente con la revisione dell’indebitamento netto della pubblica amministrazione, nel 2015 l’obiettivo del saldo di cassa indicato nella Nota di aggiornamento del Def 2014, e conseguentemente il debito pubblico, sono rivisti. Il saldo netto da finanziare programmatico del bilancio dello Stato, al netto delle regolazioni contabili, debitorie e dei rimborsi Iva, è rideterminato in -54 miliardi nel 2015”.
Ma domani pomeriggio, alla Camera, ci sarà un solo voto, a maggioranza semplice, sulla variazione della nota di aggiornamento, come deciso dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio.
La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha spiegato infatti che il governo, oggi rappresentato in capigruppo dal ministro delle Riforme e dei Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, “ha assunto sotto la sua responsabilità, anche in quanto titolare del dialogo con la commissione Ue, la decisione di non presentare alla Camera, assieme alla relazione sull’aggiornamento degli obiettivi programmatici, specifica richiesta di autorizzazione allo scostamento dal pareggio di bilancio. Se il governo ha ritenuto di non presentare specifica autorizzazione – ha proseguito Boldrini – non spetta alla presidenza della Camera sottoporre d’ufficio al voto una richiesta di spettanza del governo non avanzata formalmente”.
F.P.


























