In piazza Indipendenza a Palermo sono attesi oltre 4mila lavoratori del gruppo Tim nell’ambito della protesta nazionale dei dipendenti del colosso delle telecomunicazioni. La protesta nasce dal timore delle paventate ipotesi di scorporo della rete, per l’unicità dell’azienda, a difesa della tenuta occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende del gruppo Tim. I sindacati temono possibili esuberi. “Siamo già in ginocchio per le tante vertenze ancora da risolvere – si legge in una nota dei segretari generali regionali della Cgil e Slc Alfio Mannino e Gianluca Patanè”.
In Sicilia sono oltre 2mila i dipendenti della Tim a cui si aggiungono quelli dell’indotto, che potrebbero essere coinvolti “in un riassetto che, con lo scorporo della rete e la scissione dell’azienda in diverse aree operative di business, comporterebbe – rilevano Mannino e Patanè – l’indebolimento della più grande azienda italiana di telecomunicazione con un riflesso negativo sull’indotto e la perdita nel Paese di migliaia di posti di lavoro. Potrebbe essere l’inizio della fine, di un’azienda storica e leader nel settore”, sottolineano i segretari siciliani di Cgil e Slc, che lanciano un appello alle forze politiche regionali e ai presidenti di Regione e Ars, ai quali hanno chiesto un incontro, “perché tutto ciò sia scongiurato”.
Le manifestazioni si svolgeranno contestualmente nelle maggiori città italiane. Indetto da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, lo sciopero coinvolgerà circa 42mila lavoratrici e lavoratori del gruppo.
E.G.