Giudizio sostanzialmente positivo dai sindacati della scuola al discorso di Mario Draghi al Senato, del quale sono stati apprezzati i precisi passaggi sulla scuola, indicata come “una priorità” nel programma del governo per il Paese: bene puntare sul ritorno in presenza e sulla sicurezza degli istituti; apertura anche a discutere dei recuperi e rimodulazione del calendario scolastico (ma differenziando tra zone e istituti, non decisioni calate dall’alto); unico neo forse un mancato accenno alla stabilizzazione dei docenti precari, visto che il premier aveva auspicato un nuovo anno scolastico senza cattedre vuote. In ogni caso, Draghi – e il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi – sono ora attesi alla prova dei fatti nella declinazione pratica del programma.
“Nel discorso c’erano molti passaggi interessanti, dall’ambiente all’attenzione prestatata alla scuola e alla scienza di base. Ma bisognerà vedere ora ciò che verrà messo in campo dai diversi ministeri”, dice Francesco Sinopoli (Flc Cgil) ad askanews: “L’obiettivo del ritorno in presenza anche per noi è fondamentale: la valutazione che fa Draghi noi l’abbiamo fatta da mesi. Per raggiungerlo vanno messe in campo alcune azioni fondamentali: controllo dei dati, monitoraggio, tracciamenti, rafforzare il trasporto scolastico dedicato, presìdi sanitari a scuola, aggiornamento dei protocolli di sicurezza per le nuove varianti. Sui recuperi ribadiamo che vanno fatti in modo differenziato: non c’è la stessa necessità in tutta Italia e infatti non mi pare che abbia detto che servano per tutti generalizzati. Serve un piano mirato, non si esaurisce un recupero vero degli apprendimenti in due settimane”.
“Draghi – prosegue Sinopoli – non ha ricordato il tema del precariato, ma non penso ci possa essere tutto nel discorso del presidente del Consiglio. Ha fatto un passaggio sulla formazione, che è importante. Avremmo apprezzato un passaggio sulla necessità di fare una stabilizzazione dei precari, perchè serve alla scuola, e anche sui salari, ma lo ricorderemo nei prossimi giorni. Quest’anno c’è da rinnovare il contratto: se vogliamo riconoscere il valore di questa professione dobbiamo pagarla di più”.
Per Maddalena Gissi (Cisl Scuola) “restituire quanto prima le scuole a una situazione di normalità è l`obiettivo enunciato dal Presidente Draghi e non si può non condividerlo. Molto opportunamente, ha aggiunto che il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza”.
“Innegabile – prosegue – anche l`esigenza di verificare in modo più preciso che cosa e quanto vi sia da recuperare rispetto a situazioni di forzata chiusura delle nostre scuole, soprattutto nella secondaria di secondo grado; su questo è bene che al più presto si apra un confronto approfondito col Ministero. Ben vengano interventi che ci permettano di avere un quadro complessivo del problema, ma devono essere in primo luogo le scuole, nella loro autonomia e nel concreto della propria specifica situazione, a verificare il fabbisogno di recupero e le modalità più opportune con cui intervenire col massimo di efficacia. Guai se l`argomento viene affrontato, come troppo spesso accade, in modo superficiale e schematico, aggirandone la complessità, come rischia di avvenire sul calendario scolastico, questione di assoluta serietà che tuttavia cessa di essere tale se ridotta, come sta accadendo, a un banale dilemma tra ipotesi su cui è ammesso solo un sì o un no. Il Ministro ci convochi, siamo pronti a confrontarci da subito se è possibile farlo in modo serio e costruttivo. Abbiamo anche l`urgenza di discutere sulle modalità con cui si intende attuare nella scuola la campagna vaccinale: ci sono aspetti su cui è fondamentale fornire informazioni chiare e precise. Poi ci sono tutti gli altri temi su cui bisogna mettersi subito al lavoro, se vogliamo porre le premesse per una buona partenza del prossimo anno scolastico: organici, mobilità e reclutamento, stabilizzazione del lavoro sono questioni su cui davvero non c`è da perdere nemmeno un minuto”, conclude Gissi.
“Draghi sa dove portare il Paese, ha fatto un discorso in stile ‘banchiere centrale'”, dice invece Pino Turi (Uil Scuola): “Ha messo nelle strategie la scuola, ed è un fatto positivo. L’elemento positivo è che non si parla più di riforma della scuola, ma bisogna solo registrare la funzione della scuola. È molto importante la questione che le scuole siano sicure e allineare il calendario scolastico si può fare: si può rivedere, è uno strumento e non un dogma. Quello che manca è un passaggio sul precariato e sull’inizio del prossimo anno scolastico. Ma pensiamo che abbia voluto evitare polemiche, essendo un governo molto articolato”.
“Sul recupero delle ore perse – sostiene Turi – Draghi ha fatto riferimento a quelle perse lo scorso anno, quando per tre mesi tutte le scuole sono rimaste chiuse. Quest’anno invece non è chiusa la scuola, la maggiorparte funziona al 100% da settembre, c’è un problema alle secondarie. I ragazzi dovrebbero recuperare attraverso le progettazioni didattiche che fanno le scuole: dal discorso programmatico si capisce che è il tempo scuola che si è perso, non riconoscendo specialmente al Sud alla Didattica a distanza dignità di scuola”.
“Anche sulle lezioni in diverse fasce orarie non si può fare un ragionamento che vale per tutte le zone d’Italia: non parlerei di turni ma di trovare soluzioni che rispondano alle esigenze delle scuole. La scuola ha una sua identità, ha dimostrato flessibilità, ma non si può scaricare tutto sulle scuole”, conclude Turi: “In un progetto organico si può discutere di tutto: ora dobbiamo vederlo il progetto, che sarà cura del ministro Bianchi mettere a punto”.
Ornella Cuzzupi (Ugl Scuola) chiede infine di “avviare in maniera immediata la campagna di vaccinazione per il personale scolastico docente e non docente. Considerando come molti istituti già son chiusi o limitati nella presenza, basterebbe coordinarne la chiusura per farne sede di vaccinazione per il personale di riferimento, il tutto per il solo tempo necessario e con il prosieguo, nel frattempo, della didattica a distanza per non perdere alcuna lezione. Questa operazione andrebbe anche nella direzione auspicata dal primo ministro nel suo discorso al Senato, limitando il rischio all`interno degli Istituti e creando i presupposti per far ripartire in sicurezza la scuola in presenza”.
TN