A sei settimane dalla Conferenza di Parigi sul clima (COP21), i rappresentanti di 195 paesi si riuniscono oggi a Bonn per dar vita all’ultima sessione di negoziati in un clima di “massima urgenza”, nel tentativo di compiere effettivi passi in avanti sul testo che dovrà trovare un accordo mondiale che freni il riscaldamento del pianeta.
“Questa è l’ultima sessione prima della COP21”, hanno ricordato in una nota i copresidenti, l’algerino Ahmed Djoghlaf e l’americano Daniel Reifsnyder. “Il tempo stringe e il sentimento condiviso è quello dell’urgenza […], quindi invitiamo tutti a venire qui pronti ad avviare negoziati che servano a definire la bozza dell’accordo da siglare a Parigi”.
Sul tavolo adesso vi è un testo ridotto a da 80 a 20 pagine, più leggibile e concreto, che sarà vagliato dai delegati nel corso di sessioni che dureranno ogni giorno fino alle 21 per cinque giorni. “Ci sarà di che discutere in queste riunioni”, ha commentato Alden Meyer, dell’organizzazione americana Union of Concerned Scientists. “Ciò che i negoziatori devono fare a Bonn è assicurarsi che il testo rifletta tutte le opzioni, ma sufficientemente smussate per essere gestibili dai ministri” a Parigi.
Finora sono 150 gli Stati che hanno consegnato all’Onu il loro “contributo” per ridurre i gas a effetto serra (GES) in vista del 2025-2030. Ma l’insieme di queste promesse porta a un aumento delle temperature superiore a quello indicato come massimo, vale a dire +2,7°C anche 3. Se nulla venisse fatto e si seguisse il trend attuale, l’aumento toccherebbe i 5 gradi.