Il post pandemia si giocherà molto anche sul settore dell’energia. È questa la convinzione di Filctem-Cgil, Femca e Flaei Cisl e Uiltec-Uil. Nel corso di una conferenza stampa unitaria, i sindacati hanno presentato le sfide future del settore, atteso alla prova della transizione energetica. Un fenomeno da governare attraverso un modello di relazioni industriali sempre più partecipativo, dove il sindacato rivendica un pieno e vero coinvolgimento nelle scelte strategiche.
Centrali, in questa svolta epocale, sono gli obiettivi che l’Europa si è posta con il Green New Deal, che dovrà entrare in regime già con il Recovery Fund, con il 40% delle risorse del piano da destinare proprio all’energia. Un percorso che per Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec, “richiede una visione condivisa con il mondo delle imprese e il governo. Senza una prospettiva di politica industriale, commenta Pirani, l’Italia rischia rimanere indietro rispetto agli altri paesi”.
“La svolta green sarà un processo che richiederà tempo, che non dovrà guardare unicamente alla sostenibilità ambientale ma, afferma Nora Garofalo, segretaria generale della Femca, anche alla sostenibilità sociale. Il processo di decarbonizzazione e l’abbandono delle energie fossili, a vantaggio di quelle rinnovabili, comporterà una progressiva riconversione di molte professionalità, che non dovranno andar perse”.
Una posizione ribadita anche dal segretario della Filctem, Marco Falcinelli, che auspica un confronto laico sulla transizione energetica, abbandonando la dimensione emozionale, e recuperando un approccio il più possibile scientifico. “Non si potranno spegnere, dall’oggi al domani, sostiene Falcinelli, le centrali a carbone. La transizione richiederà, prima, un passaggio al gas. Mancano ancora le necessarie tecnologie per un’implementazione continuativa e efficiente delle energie rinnovabili”.
Un gap tecnologico che si riscontra, per il segretario della Flaei, Salvatore Mancuso, anche sulla rete elettrica e non solo, sempre più obsoleta e capace, date le condizioni, di reggere la svolta verde. Nel futuro, spiega Mancuso, il consumatore diverrà anche produttore, e le smart city occuperanno un ruolo di primo piano. Accanto all’inefficienza tecnologica, a preoccupare il numero uno degli elettrici della Flaei ci sono anche alcuni processi di esternalizzazioni che molte aziende stanno attuando. “Così – dice Mancuso – non solo le aziende perdono alcune funzioni fondamentali, affidandole a terzi, ma assistiamo anche alla fuori uscita di maestranza altamente professionalizzati, che vanno verso un impoverimento lavorativo, abbandonando il contratto degli elettrici. Altro fronte di preoccupazione, per il momento messo in stand by, sono le conseguenze che deriverebbero dall’applicazione dell’articolo 177 del codice deli appalti, che prevede l’esternalizzazione fino all’80% di alcune attività”.
Tommaso Nutarelli