“La lieve risalita dell’occupazione di agosto è certamente una boccata di ossigeno e indice di una leggera ripresa delle attività che speriamo possa consolidarsi nel tempo. Ma il dato sull’occupazione giovanile è davvero allarmante. Questi dati così preoccupanti non riguardano solo l’Italia, ma il nostro Paese rispetto ad altri dell’Unione Europea, risente delle gravi difficoltà storiche del mercato del lavoro”. Così i segretari confederali della Cgil Tania Scacchetti e Giuseppe Massafra commentano le rilevazioni diffuse quest’oggi dall’Istat.
Tra le criticità strutturali indicate dai dirigenti sindacali: “la bassa produttività, la scarsa internazionalizzazione delle imprese e il nanismo del sistema produttivo italiano, la forte crescita di lavoro povero e a basso valore aggiunto, l’alta presenza di sottoccupazione e lavoro nero, e la povertà educativa”. Per Scacchetti e Massafra le ricette per la ripartenza “devono orientarsi verso investimenti che possano far crescere l’occupazione, contrastare la precarietà, innalzare i livelli di competenze, favorire l’inclusione sociale”. “Istruzione e formazione, sanità e welfare pubblico, transizione digitale, riconversione ecologica e coesione territoriale – continuano – sono gli ambiti su cui indirizzare le scelte del futuro, messe in campo già da ora”.
Infine, concludono i segretari confederali della Cgil “gli strumenti per accompagnare il cambiamento del nostro sistema produttivo, anche dopo la fine del blocco dei licenziamenti, dovranno essere il rafforzamento delle politiche attive del lavoro, rivolte in particolare ai giovani e alle donne, la continuità nell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, con investimenti anche sul rilancio e la ridefinizione dei contratti di solidarietà difensivi ed espansivi e sulla formazione delle competenze”.
“Ad agosto prosegue la crescita di occupati iniziata a luglio, ma la distanza da colmare resta ancora enorme: nell’ultimo anno, e nonostante il blocco dei licenziamenti degli ultimi mesi, abbiamo perso 425mila posti di lavoro. Un arretramento drammatico, che conferma tra l`altro la posizione di retroguardia del nostro Paese rispetto ai dati medi europei”. Così Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl, ha commentato i dati sull`occupazione dell`Istat.
“L`emergenza covid – ha aggiunto – ha infierito e moltiplicato gli effetti recessivi di un sistema Paese già colpito da scarsa produttività, crescita insufficiente, bassa occupazione. Per uscire dall`avvitamento serve uno scatto, una mobilitazione straordinaria che metta a frutto tutte le risorse europee disponibili. Servono potenti leve anticicliche da affiancare al consolidamento delle indispensabili tutele per i lavoratori in Cig e disoccupati. Non è di misure spot o di meri bonus assistenziali che abbiamo bisogno, ma di investimenti produttivi veri, che diano un ritorno concreto in termini di sviluppo, occupazione, coesione sociale e territoriale. Tra questi, un posto speciale devono avere gli investimenti in crescita delle competenze, dei giovani e non solo, e quelli per favorire il lavoro femminile, che passano tra l`altro per il rilancio dei servizi di cura, per adeguati incentivi alla conciliazione contrattuale vita-lavoro, per la valorizzazione di uno smart working adattivo e regolato dalle relazioni industriali. Competenze e occupazione femminile sono due tra le più gravi carenze italiane rispetto agli altri Paesi Ue. Intervenire su di esse vuol dire togliere un freno determinante al nostro Paese, coniugando crescita e giustizia sociale”.
“I dati Istat di oggi ci riportano un lieve miglioramento dell`occupazione rispetto ad agosto (+0,4%), ma allargando lo sguardo lo scenario è tutt`altro che ottimistico. In un semestre il nostro mercato del lavoro ha lasciato a casa 360 mila lavoratrici e lavoratori, portando il tasso di occupazione di agosto al 58,1%, in flessione di 0,9 punti percentuali rispetto a febbraio”. Così Ivana Veronese, segretaria confederale Uil.
“L`ennesima conferma di un`emorragia occupazionale, seppur mitigata grazie all`uso massiccio degli ammortizzatori sociali e al blocco dei licenziamenti. Pesanti le ricadute soprattutto per la componente femminile, il cui tasso di occupazione continua a presentare un gap sfortunatamente molto ampio rispetto alla componente maschile (18,4 punti di differenza), e per i giovani: 32 su 100 alla ricerca di un lavoro, con un tasso di disoccupazione che continua a salire rispetto a luglio”, sottolinea la sindacalista.
“E` chiaramente per noi prioritario che nell`agenda del Governo venga data priorità al tema del lavoro, cercando, in primis, di restituire un posto di lavoro a chi lo ha perso. Ma dare priorità al lavoro significa anche investire nella crescita dell`occupazione puntando alla qualità della stessa sia da un punto di vista contrattuale che formativo; significa un maggior investimento in politiche inclusive per le donne ed i giovani; significa investire nello sviluppo anche occupazionale del Mezzogiorno e, non ultimo, significa contrastare quei fenomeni distorsivi del nostro mercato del lavoro che si presentano sotto forma di precariato e lavoro nero”, conclude.
TN