La Grecia ha risposto ad una offerta di accordo in extremis della Commissione europea, facendosi avanti con una controproposta che è anche una formale richiesta di aiuti, su quello che sarebbe il terzo piano di supporto al Paese. Una richiesta di assistenza piena per due anni contestuale a una ristrutturazione del debito, che il premier Alexis Tsipras ha recapitato a Eurogruppo e Esm, il fondo salva Stati europeo. Ma prima ancora che i ministri delle Finanze si riunissero per decidere, convocati per teleconferenza dalle 19 dal presidente Jeroen Dijsselbloem, è arrivato l’altolà della Germania.
“Prima che si tenga il referendum, da parte tedesca non possiamo discutere una nuova domanda di aiuti”, ha detto Angela Merkel. Insomma: prima di fare altri passi, bisognerà vedere l’esito del voto convocato da Tsipras per domenica prossima, e che dovrebbe mettere i greci di fronte alla scelta se accettare o respingere l’ultima offerta di aiuto dell’Ue. Ma che in realtà molti osservatori considerano un plebiscito sulla permanenza stessa nell’euro. Sicuramente, un voto da cui dipendera’ la sorte del governo Tsipras, come sembrano peraltro chiedere sia il capo della Commissione Ue Junker, sia il premier spagnolo Rajoi, che hanno invitato i greci a ‘’votare si’’, per restare nell’Ue e mandare invece a casa il governo.
Inoltre, stanotte scade il termine per pagare il rimborso da 1,6 mld di euro al FMI.La direttrice Christine Lagarde ha messo le mani avanti, chiarendo che notificherebbe “immediatamente” il mancato pagamento al direttorio. Ma un portavoce del FMI, a questo proposito, ha dichiarato che nel caso Atene non paghi ‘’sarebbe in ritardo con i pagamenti’’. La parola ‘’default’’, ha spiegato il portavoce, ‘’non e’ una terminologia utilizzata dal FMI”.La parola per indicare la situazione in cui si troverebbe la Grecia è “in arrears”, ovvero in arretrato con uno o più pagamenti. E’ lo stesso termine usato per i debiti commerciali della pubblica amministrazione verso i fornitori.
In ogni caso, la Grecia perderebbe immediatamente l’accesso ad altri finanziamenti di Washington. E l’ipotesi di proroga del programma di aiuti Ue serviva a sbloccare una nuova tranche di fondi a favore di Atene, per 7,2 miliardi di euro, di cui circa la metà sarebbero dovuti arrivare proprio dal Fmi. Intanto il sistema finanziario del Paese è già compromesso, con il governo che ha imposto limiti ai prelievi di contanti (60 euro al giorno) e Borsa resteranno chiusi fino a lunedì incluso.
Sulla questione Grecia e’ intervenuto oggi anche il presidente Usa. Barack Obama ha detto che e’ una “preoccupazione considerevole” per l’Europa, Atene “ha bisogno di una crescita economica, rimanendo nell’Eurozona”. Ma sostanzialmente, ha ripetuto, Atene è una preoccupazione “principalmente” per l’Europa. Come dire: non ci riguarda. La Casa Bianca, comunque, “incoraggia i partner europei a continuare i negoziati per trovare una soluzione”. Gli Stati Uniti, ha detto ancora Obama, “prendono seriamente la questione, ma non ci devono essere reazioni eccessive”.