Appena sei giorni fa Cgil, Cisl e Uil erano in piazza insieme, a Roma, per condannare l’aggressione della Russia all’Ucraina e per esprimere la solidarietà del mondo del lavoro al popolo ucraino, che fugge dalle bombe, e alla sua comunità in Italia. Un no fermo alla guerra e la richiesta di fermare le ostilità mettendo in campo azioni concrete per costruire la pace. In meno di una settimana le cose sono radicalmente cambiate.
Sono bastate le decisioni del Governo italiano e dell’Europa di inasprire le sanzioni contro Mosca e inviare armi ai resistenti ucraini e l’annuncio della Cgil di tornare in piazza domani per riproporre antiche e nuove divisioni nel sindacato. La richiesta alle Nazioni Unite di “una politica di disarmo e di neutralità attiva”, alla base della piattaforma della manifestazione in programma domani, a Roma, che si concluderà in piazza San Giovanni con l’intervento del leader della Cgil, Maurizio Landini, non è piaciuta soprattuto alla Cisl che, dunque, non vi ha aderito.
Alla confederazione guidata da Luigi Sbarra non va giù neanche “quel pacifismo da salotto, considerato quasi filo-russo, che trova i suoi massimi esponenti in quella sinistra radicale che mette in discussione l’appartenenza dell’Italia alla Nato e che, comunque, si dichiara contro le sanzioni e l’invio di armi in Ucraina come votato dal Parlamento”.
La stessa Uil si è defilata. Domani celebrerà i 72 anni dalla sua fondazione parlando, a Roma, di transizione socialmente sostenibile verso una green economy inclusiva e dell’impatto della guerra in Ucraina. Il segretario generale Pierpaolo Bombardieri si confronterà con il vicepresidente della commissione europea, Frans Timmermans, e il numero uno dell’Etuc, Luca Visentini. E’ previsto anche un videomessaggio del commissario europeo del Lavoro, Nicolas Schmit.
“Siamo con l’Ucraina senza se e senza ma – ha detto Sbarra – la pace si costruisce con atti concreti. Per questo non condividiamo la piattaforma posta alla base della manifestazione di domani che resta ancorata al principio, per noi assurdo, della neutralità.
Essere neutrali è un concetto troppo ambiguo – ha aggiunto il leader della Cisl – che presuppone un’equidistanza per noi inaccettabile tra le parti in guerra. Qui ci sono vittime e carnefici. Ci sono invasori e c’è un popolo invaso. Sosteniamo le sanzioni e le misure messe in campo dall’Europa e dal Governo a supporto dei profughi, della popolazione colpita”.
Secondo Landini, invece, “non è con l’invio delle armi, ma con il negoziato, la diplomazia, la cooperazione, la forza della democrazia e della non violenza che riusciremo a costruire un’Europa di pace e consentire al popolo ucraino e al popolo russo di vivere in libertà e senza oppressori”.
E.G.