Il governo ha avviato il percorso per la quotazione delle Fs, ora spetta al nuovo management definire un grande piano industriale che possa attrarre gli investitori. Lo ha detto il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, al termine di un incontro con i sindacati di categoria.
“Abbiamo avviato un percorso che è un mezzo, non un fine per il potenziamento del trasporto ferroviario, regionale e merci – ha detto il ministro parlando del processo di privatizzazione del gruppo -. Dobbiamo sviluppare un grande piano industriale, spetta al nuovo ad definirlo. Ci vuole saggezza e ponderazione”.
Sul potenziamento del sistema per i pendolari e il cargo, ha aggiunto il ministro “l’azienda può fare molto di più e i nuovi vertici hanno garantito su questo. Il nuovo amministratore delegato di Fs l’ho già incontrato”. Parlando poi dell’incontro con i sindacati, Delrio ha poi commentato che “è positivo il fatto che siamo d’accordo sul fatto che la rete (Rfi) resti pubblica. È un pericolo scongiurato, perché garantisce più controllo e investimenti”.
Infatti, durante l’incontro i i segretari generali di categoria hanno ribadito la loro contrarietà alla privatizzazione delle Fs e allo scorporo di Rfi dal gruppo. “Abbiamo ribadito che l’operazione non è utile al paese”, ha detto il segretario generale della Uilt, Claudio Tarlazzi. “Anzi – ha aggiunto – non può far altro che peggiorare le condizioni dei trasporti di questo paese. Per noi è un’operazione per fare cassa, non ha una valenza industriale”.
“E’ stato un incontro interlocutorio – ha poi detto il segretario ganerale della Fit Cisl, Giovanni Luciano -. Spero che il tempo faccia capitre al Governo che ‘il gioco non vale la candela’, nel senso che le previsioni di raccolta, nelle migliori delle ipotesi porterà 3-4 miliardi nelle casse del gruppo. Per noi Rfi deve rimanere nel gruppo, il punto dirimente sarà il nuovo piano industriale”.
“Abbiamo ribadito – ha poi concluso il segretario generale della Filt Cgil, Franco Nasso – che la privatizzazione in se è un errore. Se sarà malfatta rischia di mettere in crisi il sistema. Tutti siamo contrari allo scorporto di Rfi. Al momento non vediamo rischi occupazionali, che cis arebbero se la rete venisse scorporata dal gruppo”.