La Commissione europea sta lavorando a una nuova proposta di Quadro finanziario pluriennale dell’Ue (il bilancio comunitario per il periodo 2021-2027) comprendente una iniziativa per la ripresa dell’economia dopo la crisi del Coronavirus attraverso una massiccia mobilitazione di investimenti pubblici e privati “per migliaia di miliardi di euro”, come “un nuovo Piano Marshall”. Lo ha detto oggi a Bruxelles la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, durante una conferenza stampa teletrasmessa insieme al presidente del Consiglio europeo Charles Michel.
Mancano ancora i dettagli, ma l’idea è quella di utilizzare una parte del bilancio comunitario (che dovrà essere adeguato, probabilmente con un aumento delle contribuzioni degli Stati membri, oltre che con una diversa distribuzione delle voci di spesa) come garanzia per l’emissione sul mercato di obbligazioni da parte della Commissione, con cui verrebbero finanziati i prestiti agli Stati membri per sostenere i loro investimenti pubblici. Le obbligazioni, di lungo termine, avrebbero come rating la tripla A della Commissione e dunque tassi d’interesse molto bassi, più o meno al livello di quelli tedeschi.
La Commissione prevede di formulare la sua nuova proposta per il bilancio pluriennale dopo la fine di aprile, ma Michel ha annunciato che la proposta sarà discussa del vertice dei capi di Stato e di governo, durante la videoconferenza del Consiglio europeo prevista per il 23 aprile. I leader dell’Ue dovranno rispondere a due questioni: l’entità del Fondo di ripresa, e le sue modalità di finanziamento, che potrebbe avvenire, appunto, attraverso il nuovo bilancio pluriennale rivisto e adattato a queste nuove circostanze.
“L’Eurogruppo della settimana scorsa – ha ricordato von der Leyen – ha concluso che il prossimo Quadro finanziario pluriennale dell’Ue dovrà avere un ruolo centrale nella ripresa economica. Sono d’accordo, ho detto spesso che l’Europa ha bisogno di un nuovo Piano Marshall; avremo bisogno di massicci investimenti pubblici e privati per ricostruire l’economia, per creare posti di lavoro, e questi investimenti devono essere rapidi”.
Come mobilitare questi investimenti? “La chiave – ha detto la presidente della Commissione – è un bilancio europeo forte, che ha diversi vantaggi: ha la fiducia di tutti gli Stati membri, è trasparente, le sue regole sono chiare, si è consolidato negli anni scorsi come motore di innovazione e ha provato di essere uno strumento di investimenti. Ma questo nuovo bilancio settennale – ha precisato von der Leyen – dovrà distinguersi nettamente dagli altri bilanci passati, dovrà essere la risposta Europea alla crisi del Coronavirus”.
Il bilancio Ue, ha continuato “dovrà fare molto nei prossimi anni: rilanciare il mercato unico, evitare una frammentazione del mercato, rafforzare la capacità di resistenza economica dell’Europa, e promuovere investimenti nelle tecnologie del futuro, digitali e pulite, su cui si baserà il nostro benessere”.
Oltre alle misure e le somme già mobilitate per la fase acuta della crisi, “siamo convinti – ha ripetuto von der Leyen rispondendo alle domande dei giornalisti – che occorre fare di più; per questo stiamo lavorando a un nuovo bilancio europeo, un bilancio che con tutta la sua potenza sia in grado di mobilitare i fondi necessari a una iniziativa per gli investimenti massicci che saranno necessari, attraverso questo bilancio riveduto e corretto, in modo da far realmente ripartire l’economia e il mercato unico”.
“Non dobbiamo dimenticare – ha aggiunto – che ci sono aziende sane colpite dalla crisi, dobbiamo fare di tutto affinché, dopo l’ibernazione attuale, possano ripartire sul mercato internazionale, per poter mantenere le nostre quote di mercato a livello globale”.
“Qui, quando guardiamo all’iniziativa per gli investimenti che deve essere attuata, non parliamo di miliardi, ma di migliaia di miliardi”, ha sottolineato la presidente della Commissione”.
“Penso – ha detto ancora von der Leyen rispondendo ai giornalisti – che il prossimo bilancio pluriennale dell’Ue debba essere la risposta europea alla crisi del coronavirus. Ma per questo deve essere completamente diverso da come erano prima i bilanci europei. E deve avere un elemento di anticipazione (‘frontloading’, ndr), in modo che all’inizio, nei primi due o tre anni, ci sia questa vasta iniziativa per gli investimenti con i meccanismi che ho descritto”.
“Ma non si tratta soltanto di investimenti. Il bilancio pluriennale comunitario – ha insistito la presidente della Commissione – è adatto anche perché è accettato, si è dimostrato il migliore strumento di coesione e convergenza. E coesione e convergenza nell’Unione europea e nel mercato unico non sono solo questione di solidarietà, ma di interesse di ciascuno; perché ogni Stato membro sa che la propria prosperità dipende dalle dimensioni e dalla potenza del mercato unico. E’ nell’interesse degli stessi Stati membri investire e far riprendere un vigoroso mercato unico, che non sia frammentato, che sia su un piano di parità e che sia forte nel contesto internazionale”.
A una giornalista che chiedeva se il meccanismo di emissione di obbligazioni previsto per finanziare l’iniziativa per gli investimenti possa essere descritto come “eurobond”, von der Leyen ha risposto: “Ciò a cui stiamo lavorando è predisporre nel bilancio pluriennale comunitario questa massiccia anticipazione di investimenti all’inizio del periodo di sette anni. Il principio di mobilitare con l’effetto di leva fondi che sono garantiti dagli Stati membri – ha sottolineato von der Leyen – la Commissione lo ha già applicato in precedenza. E questo è un enorme vantaggio, non è un territorio conosciuto, se posso dire; non è mai stato fatto prima in queste dimensioni, ma il meccanismo c’è, è ben noto, ha già avuto fiducia e approvazione”.
“Un altro punto importante – ha spiegato ancora la presidente della Commissione – è che ciò che ora appare come un nostro svantaggio sarà un vantaggio l’anno prossimo. Oggi siamo alla fine dell’attuale quadro di programmazione pluriennale (per il periodo 2014-2020, ndr), e abbiamo risorse rimaste relativamente scarse. Ma questo è anche il vantaggio: uscendo dalla crisi avremo davanti a noi un nuovo bilancio di sette anni, con tutta la potenza di un bilancio settennale per utilizzare l’effetto leva e mobilitare il denaro necessario, in modo da investirlo nel meccanismo di ‘frontload’ che ho descritto.
Dobbiamo usarlo per dare una risposta appropriata ai bisogni del mercato unico”.
TN