Sono 157 gli studi di settore in lizza per rientrare nel regime premiale per il periodo d’imposta 2014. Una chance in termini di semplificazione dei controlli per una platea potenziale di oltre 2 milioni di contribuenti.
Il provvedimento firmato oggi dal direttore dell’Agenzia delle Entrate contiene l’elenco degli studi ammessi e, con 41 nuovi ingressi in lista, massimizza il numero delle attività che vi possono rientrare, facendo registrare un balzo del 35% rispetto agli studi interessati per l’anno d’imposta precedente.
Gli studi coinvolti – Per il periodo d’imposta 2014 hanno accesso al regime premiale i 157 studi per i quali risultano approvati indicatori di coerenza economica riferibili ad almeno 4 tra le seguenti diverse tipologie: efficienza e produttività del fattore lavoro; efficienza e produttività del fattore capitale; efficienza di gestione delle scorte; redditività; struttura.
Oppure a tre delle tipologie indicate sopra e che, contemporaneamente, prevedono l’indicatore “Indice di copertura del costo per il godimento di beni di terzi e degli ammortamenti”.
Le caratteristiche – Il regime premiale, introdotto dal Dl 201/2011, induce una maggiore compliance fiscale dei contribuenti che per accedervi sono tenuti a dichiarare ricavi pari o superiori a quelli risultanti dall`applicazione degli studi di settore, anche a seguito di adeguamento, assolvere regolarmente agli obblighi di comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi, risultare coerenti e normali con gli specifici indicatori previsti dai decreti di approvazione.
I vantaggi – Il regime premiale consente di beneficiare dell’esclusione da accertamenti analitico-presuntivi basati sulle presunzioni semplici, della riduzione di un anno dei termini di decadenza per l’attività di accertamento e dei limiti alla determinazione sintetica del reddito complessivo, che è ammessa solo a condizione che lo stesso ecceda di almeno un terzo quello dichiarato.