L’anno che sta per finire è stato “estremamente positivo per il mercato del debito pubblico italiano”. Risultati “ampiamente soddisfacenti” sia per il Tesoro che ha visto ridursi il costo delle emissioni ai minimi storici e sia per gli investitori sul piano della performance dei titoli di Stato detenuti in portafoglio. E’ quanto rileva il il dipartimento del Tesoro del ministero dell’Economia nelle linee guida della gestione del debito pubblico.
Lo spread tra Btp e Bund a quasi 600 punti base nel novembre del 2011 ed i rendimenti sui Bot a un anno al 6% appaiono come un remoto ricordo. Nel 2014 non solo si è materializzato un drastico calo del costo delle emissioni dei titoli di Stato ma è proseguito e e si è “ulteriormente consolidato il processo di normalizzazione del mercato primario e secondario dei titoli di Stato, dopo la fase di intensa turbolenza che ha interessato buona parte del biennio 2011-2012”.
Un processo che fino allo scorso anno ancora “non aveva investito pienamente tutti i comparti del debito e i principali meccanismi di funzionamento di mercato”.
Nel delineare una lettura del 2014 il dipartimento del Tesoro sottolinea tre tendenze di fondo. La più evidente è “la continua riduzione dei rendimenti di mercato dei titoli di Stato, che è stata determinata da una contestuale discesa, da un lato, del livello generale dei tassi di interesse in Europa per via di un contesto macroeconomico di bassa crescita e bassa inflazione e, dall’altro, del differenziale tra i tassi sul debito italiano e quelli osservati sul mercato monetario e sul debito pubblico di altri paesi dell’area euro, in primis la Germania”.
Inoltre si è registrato “un significativo incremento della liquidità sul mercato secondario dei titoli di Stato in tutte le sue componenti, ma con particolare riferimento alle piattaforme di negoziazione elettronica, caratterizzate per definizione da maggiore trasparenza, incremento riconducibile almeno in parte ad una partecipazione più sistematica degli investitori esteri”.
Infine il Tesoro rileva “un ritorno crescente di interesse su comparti del debito particolarmente penalizzati nel periodo 2011-12 quali i titoli indicizzati all’inflazione (in particolare i BTP€i) e i titoli a tasso variabile (in particolare i CCTeu), la cui performance durante l’anno è risultata pienamente in linea con gli altri strumenti offerti dal Tesoro, consentendo a quest’ultimo di poter contare in misura più consistente su questi segmenti nell’esecuzione della sua strategia di emissione”.


























