Daniel Cohen
Il saggio dell’economista francese parte dai dati oggettivi della società di oggi: il lavoro polivalente e flessibile, le istituzioni (a cominciare dalla famiglia) non più autoritarie ma permissive, il sentimento dominante dell’insicurezza. Ricercandone le cause, l’autore sostiene che non sono spiegazioni sufficienti quelle, pur rilevanti e necessarie, che si riferiscono al capitale finanziario, alla fine del lavoro, ad un capitalismo schiacciato dalla sua stessa produttività, all’età dell’individualismo.
A giudizio di Cohen, la ragione fondamentale del malessere profondo di cui soffrono i nostri tempi moderni risiede nel fatto che essi preparano una rivoluzione destinata a rimanere incompiuta per la mancanza di una regolazione sociale adeguata alla nuova civiltà del lavoro. E nel fatto che l’uomo contemporaneo, emancipato in molti campi dall’asservimento alle necessità, scopre che non per questo può emanciparsi dal lavoro, si accorge che il lavoro non ha fine e che esso racchiude il destino umano.


























