La novita’ principale novita’ scaturita dall’assemblea di Confindustria arriva, in realta’, dal congresso della Cisl. E’ in quella sede, infatti, che Emma Marcegaglia si e’ recata subito dopo aver concluso i lavori assembleari della sua associazione. Un gesto di cortesia nei confronti di Raffaele Bonanni? No, molto di piu’. Intanto, e’ la prima volta nella storia che un presidente di Confindustria prende la parola nell’ambito di una assise sindacale. Ma soprattutto, quel che conta -e che stupisce- sono le parole pronunciate in quel contesto. “Sono profondamente convinta – ha detto Marcegaglia alla platea cislina- che le sorti dell’impresa e quelle dei lavoratori sono unite e devono lavorare insieme. Sono molte più le cose che ci uniscono che quelle che ci dividono. Fino a che sarò io presidente, Confindustria sarà dialogante, riconosce un ruolo essenziale al sindacato e nella Cisl riconosce un’amica. Lavoriamo insieme: questa é la linea della nuova Confindustria”. Va sottolineato che nella sua relazione all’assemblea confindustriale Marcegaglia aveva dedicato poche righe ai sindacati: giusto lo stretto necessario per ribadire l’importanza della riforma della contrattazione del 15 aprile scorso, rimarcando una volta di piu’ il ‘’dispiacere” per la mancata adesione della Cgil; passaggio, quest’ultimo, che ha riscosso uno degli applausi piu’ forti della mattinata, superato solo dall’ovazione tributata al ministro Renato Brunetta, ormai una vera e propria star. Dunque, tanto piu’ significativo il fatto che, al contrario, una linea cosi’ impegnativa come quella annunciata alla Cisl -l’inedita alleanza tra impresa e mondo del lavoro, focalizzata, oltretutto, in una sola delle tre confederazioni maggiori- sia stata taciuta all’assemblea degli imprenditori e ‘’rivelata”, invece, a quella del sindacato. Del resto, la relazione ufficiale della presidente e’ risultata un po’ di maniera: puntuale nel definire le responsabilita’ della crisi economica e finanziaria (colpa di regole sbagliate e di controlli non efficaci) e nel precisare che, in ogni caso, questo non potra’ giustificare un ritorno allo statalismo; nel criticare le banche (anche qui, applausi dalla platea); nel valutare positivamente l’operato del governo e sollecitando l’esecutivo perche’ conduca a termine le riforme avviate (scuola, giustizia, federalismo, pubblica amministrazione, ecc) e, possibilmente, di vararne di nuove. Unica novita’: a braccio, fuori dal testo scritto, un brevissimo passaggio sul tema che piu’ sta a cuore a Bonanni, quello della democrazia economica e della possibile presenza dei sindacati, o dei lavoratori, negli organismi delle imprese. Passaggio che nel pomeriggio Marcegaglia ha precisato ulteriormente: ‘’Questa mattina sulla partecipazione dei lavoratori nelle imprese ho fatto un’apertura. C’é una chiusura da una parte delle imprese ma in un momento come questo nessuno di noi deve avere una posizione ideologica. Tutti dobbiamo essere più aperti”. Sulla partecipazione dei lavoratori alla vita dell’azienda non dico no ma deve essere una cosa volontaria, che facciamo tra di noi. Il Governo può facilitare questo (Bonanni aveva chiesto, giusto ieri, una legge che consenta l’azionariato collettivo, ndr) ma spetta alle parti sociali lavorare insieme”. Una notevole rivoluzione rispetto alle parole pronunciate appena un anno fa (25 maggio 2008), quando Marcegaglia aveva invece detto: ‘’sindacati nei consigli? Forse tra quarant’anni”.
Dunque, l’asse Cisl-Confindustria e’ ormai ufficiale. Che sviluppi concreti potra’ avere, sia nei rapporti interni a Cgil Cisl e Uil che nei confronti del governo, lo si vedra’ nei prossimi mesi. Per il momento, vale la pena di sottolineare che anche su altri importanti temi come il fisco e le pensioni, Cisl e Confindustria sembrano intenzionate a marciare assieme. Resta naturalmente qualche piccola divergenza di fondo. Per esempio, in un passaggio della sua relazione di questa mattina all’assemblea, Marcegaglia ha difeso a spada tratta il capitalismo e il mercato, sostenendo che ‘’non hanno seminato miseria e oppressione, come una certa propaganda insinua. Hanno moltiplicato gli standard di vita di miliardi di persone. Chi afferma il contrario, puo’ anche essere convinto di volere una societa’ piu’ giusta, ma riuscirebbe solo a crearne una piu’ povera”.
Chissa’ se la Cisl sara’ d’accordo con una simile way of life che sembra contrapporre una societa’ ‘’giusta” e una societa’ ‘’ricca”, optando per quest’ultima. Ma forse sono solo dettagli.
Nunzia Penelope
21 maggio 2009
























