È negativo il giudizio della Ces, sindacato europeo, sul vertice di Praga sull’occupazione. Già il vertice era stato ridimensionato a una semplice riunione della troika europea, (la presidenza attuale, la repubblica Ceka, e le due successive, la svedese e la spagnola),da Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia, con la motivazione di “non generare false speranze”. Ma poi si è anche concluso con il rifiuto della Ces di firmare il documento conclusivo in dieci punti. La critica maggiore che Walter Cerfeda, delle segreteria del Ces, fa al vertice, è quella di essere stato incentrato esclusivamente sui temi del mercato del lavoro. “In un momento in cui siamo immersi in una crisi economica gravissima – spiega Cerfeda – tutto è stato ridotto ad un ennesima richiesta di maggiore flessibilità e con i soliti discorsi sul miglioramento dell’informazione tra offerta e domanda di lavoro”. In pratica secondo il sindacalista la Ue non ha dato alcuna risposta mirata ai gravi problemi occupazionali europei causati dalla crisi internazionale. In particolare Cerfeda, ricorda che il sindacato europeo chiedeva all’Ue risorge aggiuntive per combattere la disoccupazione. L’unico cenno presente nel documento finale del vertice, sostiene la Ces, è quello in cui si ricorda agli stati appartenenti all’Unione la possibilità di utilizzare le risorse economiche del Fondo Sociale Europeo per i contratti di solidarietà. Cerfeda però ricorda come i contratti di solidarietà vengano di fatto utilizzati da soli cinque stati europei, tra cui l’Italia, e che questi ultimi compensano in modo minimo i salari dei lavoratori che hanno perso il lavoro. Cosa ancora più grave, sottolinea, è che la Ue dice solo che il Fondo Sociale può essere utilizzato, ma non incoraggia il suo utilizzo, ne fissa una copertura minima del salario che contratti di solidarietà dovrebbero garantire al lavoratore licenziato. Inoltre l’Ue non stanzia fondi straordinari per la crisi. Il Ces, dice il sindacalista, aveva richiesto per esempio che si anticipasse il budget del 2010 del Fondo aggiustamento della Mondializzazione, sommandolo a quello di quest’anno, in modo tale da raddoppiare i fondi disponibili per aiutare i lavoratori colpiti dalla delocalizzazione delle imprese, ma l’Unione ha rifiutato anche questa proposta. La Ces ha quindi deciso di non firmare il documento finale del vertice e di ripresentare le sue richieste al vertice europeo di Parigi del 27 e 28 giugno, quando inizierà il semestre svedese alla guida dell’Unione Europea. Nel frattempo il sindacato europeo ha organizzato quattro manifestazioni, il 14 a Madrid, il 15 a Bruxelles e il 16 a Praga e Berlino, per sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica su queste problematiche.
Luca Fortis
11/05/09
























