L’innovazione non e’ necessariamente ‘’di destra”: occorre imparare a declinare questo temine anche ‘’da sinistra”. In estrema sintesi, e’ questo il succo del convegno organizzato giovedì 9 aprile a Roma dalla Fondazione Luoghi Comuni, che fa capo alla Funzione Pubblica Cgil di Carlo Podda. Co-sponsor dell’iniziativa la Fiom di Gianni Rinaldini, ormai stabilmente al fianco di Podda in una inedita alleanza tra colletti bianchi e tute blu che potrebbe dare qualche grattacapo a Guglielmo Epifani. Infatti, l’intensa giornata di discussione, cui hanno partecipato economisti e dirigenti sindacali (presente quasi tutto il gruppo dirigente della confederazione e delle principali categorie) e’ partita con un obiettivo alto: gettare le basi per il confronto interno, in vista del congresso della confederazione che dovrebbe tenersi tra un anno esatto.
Nelle intenzioni del ticket Podda-Rinaldini dovra’ trattarsi di un congresso vero, da giocarsi anche su mozioni contrapposte, in quella che e’ stata definita ‘’la competizione delle idee”. Il dibattito congressuale dovra’ portare non solo al rinnovo del gruppo dirigente confederale ma anche, e soprattutto, alla definizione di una nuova linea per il futuro del sindacato.
‘’Resistere non basta piu’, occorre anche innovare” ha spiegato Podda, invitando la confederazione a ‘’uscire dal fortino” in cui e’ arroccata e ad elaborare proposte adeguate ai mutamenti avvenuti nel mondo che il sindacato confederale rappresenta. Diversamente, c’e’ il rischio di essere costretti all’angolo in maniera irreversibile; tanto piu’ che Cisl e Uil incalzano, portando avanti con estrema decisione il loro modello di sindacato. Un modello che passa innanzi tutto per la riforma del sistema contrattuale, rifiutato dalla Cgil con la motivazione che priverebbe le categorie di autonomia rivendicativa, riducendo il sindacato a semplice organismo di gestione. Ma per contrastarlo, secondo Podda, occorre qualcosa di piu’ di un semplice ‘no”: occorrono idee nuove e alternative a quelle messe in campo dalle altre due confederazioni, sia sul tema della rappresentanza che della democrazia. Idee che per il momento la Cgil non sembra ancora aver elaborato.
Qualche suggerimento, giovedì, e’ intanto arrivato da due illustri ‘’ex” come Sergio Cofferati e Franco Marini, entrambi relatori (molto applauditi) al convegno. Cofferati ( che proprio in questa occasione e’ tornato a parlare di problemi sindacali e del lavoro per la prima volta dalla sua uscita dalla Cgil nel 2002), ha sostenuto la necessita’ di cambiare il vecchio accordo sulla politica dei redditi del 1993, ma nello stesso tempo ha bocciato la riforma firmata da Confindustria con Cisl e Uil, poiche’, sostanzialmente, porterebbe alla fine del sindacato confederale. Dunque, secondo Cofferati, occorre trovare una soluzione alternativa.
Quanto a Marini, precisando che ‘’seppure fossi in disaccordo con la Cisl, evento quanto mai improbabile, difenderei comunque le posizioni della Cisl”, l’ex presidente del Senato ha ricordato che gia’ nel 1997 la Commissione Giugni aveva sostenuto la necessita’ di modificare il sistema contrattuale, portando il secondo livello piu’ vicino alla produzione. Esattamente come si propone di fare la nuova riforma. Marini ha pero’ ricordato che oggi il principale problema, nel nostro paese, e’ la precarieta’ del mondo del lavoro: uno ‘’scandalo” cui occorre dare quanto prima risposte. In questo, perfettamente in linea con Cofferati, che – secondo molti osservatori – si prepara a diventare il punto di riferimento del mondo del lavoro all’interno del Pd. Con l’appoggio non solo di Dario Franceschini, che lo ha voluto come candidato alle Europee, ma evidentemente anche dello stesso Franco Marini: il quale, giovedì, ha colto l’occasione per ribadire la propria totale stima nei confronti dell’ex Cinese della Cgil.
14 aprile 2009
Nunzia Penelope
























