La Fiat sia “agente del cambiamento e non vittima del processo”. Lo afferma Bruno Vitali, segretario nazionale della Fim Cisl aprendo l’incontro “La Fiat, tra crisi internazionale e nuove sfide” promosso dal sindacato dei metalmeccanici della Cisl. Chiede al Governo di sostenere il settore attraverso la ricerca, stanziando le risorse per la realizzazione di motori ibridi che riducono l’impatto sull’ambiente, attraverso fondi di garanzia, il rinnovo delle flotte e dei mezzi pubblici, garantendo l’accesso al credito. Chiede all’azienda di investire sulle relazioni sindacali e predisporre piani industriali per il concreto utilizzo degli impianti italiani, “perché il gruppo produce solo il 35% in Italia, il resto della produzione avviene all’estero, per questo non è a rischio la Fiat, ma la produzione italiana”.
Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, precisa che in merito alla crisi “Bisogna dire le cose come sono e fare quel che si può”, perché ad essa si aggiunge una difficoltà maggiore per il Paese: il debito pubblico. Occorre dunque “utilizzare le risorse meglio che si può, lavorare di più, evitare sprechi” per sostenere la produzione e di conseguenza il posto di lavoro e non incentivare la cig. Questo per garantire lo sviluppo e di conseguenza aumentare il gettito fiscale. E’ importante che i consumi possano riprendere a pieno ritmo, e per questo servono anche “iniziative di fiducia”. In questo senso il ministro contesta la posizione negativa di Confindustria che, “ogni volta che escono i dati di istituti internazionali di ricerca, rivede le stime al ribasso di mezzo punto percentuale, diffondendo così il pessimismo”. Sul settore dell’auto garantisce la continuità di un confronto tra le parti sociali e si augura che si possa a breve intervenire anche in altri settori, quali il tessile. Il leader della Cisl , Raffaele Bonanni, si ritiene soddisfatto per gli aiuti concessi dal Governo al settore auto, condivide l’opinione di Scajola di puntare allo sviluppo, ma nello stesso tempo sottolinea la necessità di sostenere il reddito dei lavoratori, così come l’Esecutivo ha fatto con le banche. Nello specifico chiede di innalzare l’indennità di cassa integrazione all’80%. Per Bonanni non esiste “un’alternativa all’unità del sindacato, non intendo invitare allo scontro, ma a stringere ancora di più sulle discussioni vere attraverso il confronto tra le culture”. Si augura che il “pluralismo sindacale possa essere fecondo e non autodistruttivo”, e che il dialogo e la collaborazione siano valorizzati.
18 febbraio 2009
Francesca Romana Nesci
























