Per la Cgil la riforma del modello contrattuale non è più una priorità. Allora Agostino Megale, segretario confederale, quando si farà?
Adesso la priorità è attivare il tavolo con il Governo sulla crisi. L’emergenza economica e sociale, gli oltre 500.000 lavoratori in cig, la caduta di produzione industriale e fatturato confermano un 2009 a forte impatto recessivo. Ecco perché la priorità delle priorità è l’occupazione e gli investimenti.
La revisione degli assetti resta utile?
La riforma è utile se, trattandosi di un sistema di regole, porta ad una soluzione da tutti condivisa. Oggi non è così. L’ipotesi di cui si parla non risponde né all’esigenza di tutelare il salario reale dall’inflazione né a quella di una vera e propria sfida per aumentare la produttività attraverso il secondo livello.
Quindi riforma rinviata?
Non si tratta di rinviare, si tratta semplicemente di dare la priorità a ciò che per qualsiasi lavoratore è l’obiettivo principale in chiave futura. Ovvero la sicurezza che il suo impiego resti oggi e anche domani, che se anche va in cig o ha un contratto precario esiste un sistema che lo protegge, lo tutela, lo aiuta a rientrare al lavoro.
Dunque esce dall’agenda anche lo sviluppo del secondo livello.
Per tutto il 2009 sarà difficile fare accordi aziendali a causa della crisi. Sarebbe impossibile spiegare a un precario che la riforma dei contratti viene prima dell’azione unitaria di Cgil, Cisl e Uil, in grado di mettere al centro l’occupazione, la riduzione delle tasse sui redditi e gli investimenti, evitando divisioni dannose per i lavoratori e per il Paese.
Ma Cisl, Uil e Confindustria sembrano pronte a firmare lo stesso.
Con l’accordo separato le regole non esistono più, dato che non sono condivise dai soggetti principali. Farlo in questo momento sarebbe solo un’operazione di propaganda politica. Bisogna piuttosto continuare a lavorare con il tempo necessario per trovare una soluzione condivisa.
Dall’incontro di domani cosa si aspetta?
Prima di tutto, ci auguriamo che il Governo metta la crisi al centro del confronto. L’incontro è dedicato all’economia sociale di mercato, speriamo che parta un tavolo vero capace di rispondere alle priorità che abbiamo indicato.
Qual è l’obiettivo complessivo?
Ottenere risposte chiare e concrete a partire dagli ammortizzatori, correggere il decreto 185 nella parte che non estende le tutele in caso di crisi aziendale. In generale vogliamo mettere insieme tutte le energie migliori e concentrarle sulle priorità, con lo scopo di far uscire l’Italia dalla crisi e permetterle di competere a testa alta con le economie più avanzate.
21 gennaio 2009
Emanuele Di Nicola