Allargamento del confronto, sciopero generale della Cgil, valutazione complessiva e firma dell’accordo. Sono queste le tappe fondamentali per l’esito della trattativa tra imprese e sindacati sulla riforma del modello contrattuale. Nell’ultima riunione, che si è svolta il 25 novembre, all’ordine del giorno c’era il ruolo di Fondimpresa nella crisi economica, ma l’incontro ha avuto una coda che ha toccato il tema dei contratti. Dopo le linee guida condivise da Confindustria, Cisl e Uil, ma non dalla Cgil, l’obiettivo è completare l’estensione del negoziato a tutte le associazioni datoriali: c’è già l’intesa con gli artigiani, resta qualche punto da chiarire con i commercianti, la prossima settimana i sindacati vedranno le cooperative. Il nuovo appuntamento con le imprese sarà intorno al 10 dicembre: non proprio un incontro di trattativa, specifica Confindustria, ma servirà per fare il punto della situazione. I sindacati, da parte loro, vogliono l’allineamento dei tavoli entro 10 giorni; a quel punto verificheranno se ci sono le condizioni per chiudere e, in caso positivo, con l’accordo in mano si rivolgeranno direttamente a Palazzo Chigi. Chiederanno di mantenere gli impegni presi, ovvero la proroga della detassazione del salario di produttività, su cui il Governo ha già espresso ampia disponibilità.
Dietro questo percorso definito, però, c’è un nodo prioritario da sciogliere: la qualità dell’accordo e se lo firmeranno tutte le confederazioni. Finora la Cgil ha rifiutato ogni intesa ma è rimasta al tavolo, la mobilitazione del 12 dicembre sarà un punto di svolta. Lo dice chiaramente il segretario confederale della Cisl, Gianni Baratta: “Dopo lo sciopero ci sarà l’evoluzione del confronto”. Cisl e Uil sono disponibili a firmare, ribadiscono, perchè il testo che si va prefigurando è migliore del protocollo del ’93. Si augurano di avere anche la firma di Corso Italia e avvertono: “E’ compito del negoziatore stabilire il limite di ciò che si può ottenere – spiega Baratta – non si può pretendere l’impossibile”. Il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani, ribadisce che “siamo pronti a chiudere e poi andare dal Governo”. Sullo sciopero generale, invece, non si pronuncia e specifica che “riguarda solo la Cgil”.
3 dicembre 2008
Emanuele Di Nicola
























