di Stefania Plini – Relazioni industriali Eni
(vedi nel Lavoro nel Mondo)
Eni, Icem (International Federation of Chemical Energy Mine and General Workers’ Unions) e le organizzazioni sindacali italiane, Filcem-Femca-Uilcem, hanno rinnovato l’accordo sulle relazioni industriali a livello internazionale e sulla Csr (Corporate Social Responsibility), in occasione dell’incontro annuo tenutosi di recente a Roma. L’accordo era stato già sottoscritto il 29 novembre 2002 per un biennio sperimentale; il rinnovo amplia l’orizzonte temporale ad un nuovo triennio, nel quale si prevede di sviluppare ulteriormente il dialogo tra i soggetti firmatari, arricchendolo di nuovi contenuti.
Il testo originario dell’accordo è stato riconfermato includendo tra i principi da osservare – oltre a quelli di cui Eni è portatrice ed a quelli richiamati nella “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani” delle Nazioni Unite e nelle Convenzioni fondamentali dell’Ilo, già citati nel 2002 – anche le linee guida dell’Ocse sulle imprese multinazionali.
Vale la pena ricordare, in particolare, che Eni si impegna con l’accordo a valorizzare ed applicare i suoi principi: etica degli affari, rispetto degli stakeholder (dipendenti, shareholder, clienti, fornitori, comunità, partner commerciali e finanziari, istituzioni, ecc.), tutela dei lavoratori e pari opportunità, valorizzazione delle capacità professionali, rispetto delle diversità (etniche, di cultura, religione, tradizione), rispetto dei diritti umani, cooperazione nei confronti delle comunità locali, tutela della salute e sicurezza, difesa dell’ambiente.
I principi contenuti nelle altre fonti internazionali citate dall’accordo si ispirano più in generale alla salvaguardia dei diritti umani e del lavoro: divieto di lavoro minorile e forzato, non discriminazione nell’occupazione, non discriminazione dei rappresentanti sindacali, salvaguardia del diritto di associazione e di negoziazione, ricerca di miglioramento continuo delle condizioni di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.
L’accordo prevede varie modalità attuative: sensibilizzazione attraverso la diffusione dei suoi contenuti; monitoraggio e verifica sul rispetto dei principi; interventi su eventuali violazioni; ipotesi di definizione di programmi di intervento positivo mirati all’affermazione dei diritti umani e sociali fondamentali e alle buone pratiche di lavoro in ambito di informazione, formazione, ricerca.
L’accordo è uno strumento di supporto al processo di internazionalizzazione del gruppo Eni – evidenziato dalla crescente dimensione dell’occupazione estera, attualmente pari a circa il 45% del totale – nell’ottica di un modello di crescita sostenibile in grado di coniugare competitività e creazione di valore per l’azionista con l’attenzione alla qualità della vita, agli standard di lavoro, ai diritti umani, allo sviluppo ecocompatibile.
Il biennio sperimentale appena trascorso ha valorizzato, diffondendone la conoscenza, i contenuti dell’accordo, che è stato anche positivamente valutato da autorevoli società di rating finanziario.
Nel corso del recente incontro annuo, al termine del quale è stato firmato il rinnovo dell’accordo, sono stati presentati dati e attività di Eni relativi al processo di internazionalizzazione e riguardanti soprattutto le aree extra-europee (la situazione europea trova già un adeguato approfondimento in sede di Comitato aziendale europeo): lo scenario operativo economico-finanziario, lo stato attuale e l’evoluzione dell’occupazione del gruppo nel prossimo quadriennio, le principali iniziative realizzate a favore dello sviluppo delle risorse umane, l’approccio Eni ai più significativi temi in materia di Corporate Social Responsibility, il sistema di relazioni industriali, con approfondimenti da parte delle aree di business a maggior presenza internazionale e la testimonianza diretta di rappresentanti sindacali e aziendali di alcune realtà locali.
Ne è emerso un quadro di positivi rapporti, pur nelle diversità dei contesti nei quali Eni opera, spesso molto difficili per condizioni ambientali e sociali. Nella generalità dei casi, tali rapporti sono apparsi improntati al dialogo con le rappresentanze dei lavoratori. Anche laddove non è presente l’interlocutore sindacale, Eni opera entro una cornice di regole che prevedono: l’utilizzo preferenziale di risorse locali, il rispetto della legislazione locale, delle procedure aziendali e del contesto economico-sociale locale, lo sviluppo delle capacità professionali attraverso interventi formativi, il mantenimento di elevati standard nell’etica di business.