Tyson Food, una delle prime aziende americane nella distribuzione di carni e pollame, è stata assolta dall’accusa di cospirazione per avere inserito nel propria forza lavoro impiegati giunti illegalmente negli Stati Uniti, violando le norme americane sull’immigrazione.
Una Corte federale del Tenessee – come riportato dalla stampa – ha infatti stabilito che i vertici della società non potevano essere al corrente della richiesta di forza lavoro clandestina avanzata da due manager della sede di Shelbyville a agenti federali che si erano finti ‘traghettatorì di uomini attraverso i confini americani.
I due dirigenti – entrambi dello stabilimento Tyson Food di Shelbyville – avevano ammesso la loro colpevolezza lo scorso gennaio, quando uno aveva anche rivelato come i suoi superiori fossero al corrente delle mosse compiute per ingaggiare mano d’opera clandestina.
La corte federale, tuttavia, non ha intravisto la conoscenza dei fatti da parte dei vertici di Tyson Food ne, tanto meno, quella di una cultura aziendale orientata a favorire l’utilizzo nei propri impianti di produzione di immigrazione clandestina.
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