L’Italia deve imboccare con più decisione la sua nuova politica territoriale che privilegia i partenariati a livello locale alla distribuzione di sussidi dal centro se vuole metter fine alle disparità esistenti nel paese e favorire politiche fiscali e salariali diversificate. È quanto ritiene l’Ocse che ha dedicato all’Italia, Corea e Ungheria i primi studi approfonditi sulle loro realtà territoriali e sulle loro disparità regionali L’Italia, è stato reso noto nel presentare oggi alla stampa il primo ‘Territorial outlook’ dell’organizzazione internazionale che riguarda l’insieme dei paesi membri, è stata scelta sia perchè ha da anni importanti disparità territoriali sia importanti politiche del territorio. L’Italia ad esempio, rileva l’outlook pubblicato oggi, ha un tasso di disoccupazione media paragonabile a Germania e Francia, ma ha differenziali interregionali assai più importanti.
Tra le principali conclusioni dello studio sulla realtà territoriale italiana, che verrà pubblicato alla fine dell’estate, vi è quella che non esistono nè due nè tre Italie, cioè che non si può dividere il paese in due o tre grandi aree di sviluppo (nord, centro, sud). Dallo studio emerge che quando c’è sviluppo è locale e distribuito, cioè non lo si può circoscrivere in macroregioni.
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