In Italia si fa poca ricerca ed il numero dei ricercatori è decisamente più basso rispetto a quello dei principali partner europei: questa l’ immagine che emerge da un benchmarking sull’ innovazione realizzato per iniziativa della Commissione europea con l’ intento di misurare le singole performances dei paesi e migliorare l’ elaborazione di politiche adeguate da parte degli stati membri. In Italia su una forza lavoro pari a mille sono solo 3,33 i ricercatori, un dato ben lontano dalla media Ue di 5,28 e soprattutto dalla virtuosa Finlandia che segna una quota pari a 10,62 superiore anche a quella degli Stati Uniti (8,08) e del Giappone (9,26). Sono sempre al di sopra della media Ue anche i dati della Svezia (8,44), della Francia (6,14), della Danimarca (6,46), del Belgio (6,11), della Germania (6,07) e della Gran Bretagna (5,54).
Per stimolare i singoli paesi a fare di più e recuperare il gap che separa l’Europa dagli Stati Uniti, per iniziativa del commissario alla ricerca Philippe Bousquin, sono al lavoro quattro gruppi di esperti che seguono l’andamento del settore in quattro temi considerati “chiave”: le risorse umane nella ricerca e lo sviluppo, l’investimento pubblico e privato, la produttività scientifica e tecnologica e l’incidenza sulla competitività e l’ impiego.