Esiste un popolo di oltre un milione e mezzo di persone il cui lavoro ha sorretto il Paese negli anni più difficili della crisi: è il mondo del lavoro agroalimentare e ambientale, una comunità di donne e uomini che vede ancora negati importanti riconoscimenti in materia di lavoro usurante, previdenza, mercato del lavoro, contrasto allo sfruttamento.
Per rappresentarne tali ragioni, sabato 28 ottobre la Fai Cisl scenderà in piazza in ogni territorio a sostegno di una raccolta firme per una indifferibile agenda di riforme. Lavoratori e delegati, militanti e volontari della Federazione, animeranno presìdi e di sit-in di fronte alle Prefetture d’Italia, spiegando le ragioni e i contenuti della mobilitazione.
Avanziamo proposte che intendono rilanciare l’iniziativa sociale sui temi del lavoro e della giustizia sociale, sulla crescita degli investimenti, sul miglioramento delle retribuzioni, su recuperi di produttività, a partire da un Patto generazionale che favorisca l’ingresso di tanti giovani nel mercato del lavoro e restituisca il diritto a una pensione serena a lavoratori impegnati in comparti tremendamente logoranti. Centinaia di migliaia di braccianti agricoli, addetti della pesca, lavoratori alimentaristi, cui va riconosciuto lo status di lavoro usurante.
Più flessibilità in uscita, dunque, da affiancare a una più solida fiscalità di vantaggio per le assunzioni giovanili, verso un turnover che raccolga le sfide di Impresa 4.0 e aumenti la competitività delle aziende. Quanto ai salari, si richiamano le priorità di abbassare il carico fiscale sui redditi medio-bassi e di innalzare le retribuzioni dei contratti di prestazione occasionale agricoli, fermi alla vergognosa cifra di 6 euro l’ora.
Centrale, in questo schema, il ruolo di ammortizzatori sociali rafforzati e universali, che coinvolgano tutte le aziende, anche sotto i 15 dipendenti. Per essere chiari: la Naspi deve essere estesa per durata e consolidata nell’importo, in attesa che adeguate politiche attive accompagnino veramente il lavoratore nei percorsi di riqualificazione e ricollocamento.
Per costruire una rete di prevenzione contro lo sfruttamento agricolo bisogna poi completare il percorso della Legge sul caporalato, dando maggiori affidamenti al ruolo delle Parti sociali e attivando le funzioni territoriali della Cabina di Regia.
Infine i comparti ambientali, da valorizzare nell’ambito di un piano straordinario per il contrasto al dissesto idrogeologico e con una legge di riordino che restituisca ai lavoratori idraulico forestali il sacrosanto diritto alla contrattazione nazionale.
I settori agroalimentari e ambientali si rilanciano consolidando un sistema integrato che si regge sulla qualità e sulla dignità del lavoro. Accogliere i punti della nostra piattaforma, allora, vuol dire raccogliere questa sfida, puntando al miglioramento delle condizioni dei lavoratori e al riscatto civile, morale, economico del Paese.
Luigi Sbarra