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Home - Senato - Commissione Lavoro, previdenza sociale (I lavori della settimana)

Commissione Lavoro, previdenza sociale (I lavori della settimana)

18 Settembre 2017
in Senato

*340ª seduta: martedì 19 settembre 2017, ore 15,15
341ª seduta: mercoledì 20 settembre 2017, ore 15
342ª seduta: giovedì 21 settembre 2017, ore 8,30

ORDINE DEL GIORNO

PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazioni

IN SEDE CONSULTIVA

Esame del disegno di legge:
Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2017 (Approvato dalla Camera dei deputati) – Relatrice alla Commissione D’ADDA
(Relazione alla 14ª Commissione)

(2886)


ESAME DI ATTI PREPARATORI DELLA LEGISLAZIONE COMUNITARIA

Esame, ai sensi dell’articolo 144 del Regolamento, dell’atto comunitario sottoposto al parere motivato sulla sussidiarietà: 
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul prodotto pensionistico individuale paneuropeo (PEPP) – Relatrice alla Commissione GATTI
(Osservazioni della 3ª e della 14ª Commissione)

(n. COM (2017) 343 definitivo)

AFFARI ASSEGNATI

Seguito dell’esame, ai sensi dell’articolo 34, comma 1, primo periodo, e per gli effetti di cui all’articolo 50, comma 2, del Regolamento, dell’affare:
L’impatto sul mercato del lavoro della quarta rivoluzione industriale

(n. 974)

IN SEDE REFERENTE

I. Seguito dell’esame congiunto dei disegni di legge: 
1. Cristina DE PIETRO ed altri. – Misure in favore di persone che forniscono assistenza a parenti o affini anziani 
(Pareri della 1a, della 5a, della 6ª e della 12ª Commissione)

(2048)

2. Laura BIGNAMI ed altri. – Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare
(Pareri della 1a, della 5a e della 12ª Commissione)

(2128)

3. ANGIONI ed altri. – Legge quadro nazionale per il riconoscimento e la valorizzazione del caregiver familiare
(Pareri della 1a, della 5a, della 7ª, della 12ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)

(2266)

– Relatore alla CommissionePAGANO

II. Seguito dell’esame del disegno di legge: 
SACCONI. – Disposizioni in materia di equità del compenso e responsabilità professionale delle professioni regolamentate – Relatrice alla Commissione PARENTE
(Pareri della 1a, della 2a e della 5ª Commissione)

(2858)


INTERROGAZIONI ALL’ORDINE DEL GIORNO

CATALFO – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. –

Premesso che:

Ericsson è un’azienda che fornisce servizi, software e infrastrutture in ambito ICT (information & communication technology) a operatori di telecomunicazioni e altre aziende; è presente in 180 Paesi con più di 118.000 dipendenti,

a marzo 2017 Ericsson Italia ha comunicato la volontà di intraprendere la procedura di licenziamento collettivo per 315 lavoratori, divisi nei vari stabilimenti produttivi presenti nel territorio italiano; il ricorso a tale procedura, a detta del management, è motivato da una significativa trasformazione del settore delle telecomunicazioni che ha portato un’eccessiva concorrenza a ribasso nei prezzi delle forniture e una sostanziale trasformazione delle preferenze nel mercato delle telecomunicazioni dalle forniture hardware e software;

la procedura di licenziamento collettivo viene portata avanti attraverso un confronto tra management di Ericsson, sigle sindacali e dai Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico, senza però pervenire a un accordo circa la gestione degli esuberi dichiarati, in conseguenza di ciò il 21 luglio 2017 sono state notificate a più di 300 lavoratori le lettere di licenziamento;

considerato che:

le modalità di gestione della crisi aziendale, a detta delle organizzazioni sindacali, caratterizzata dalla totale chiusura da parte di Ericsson ad un possibile negoziato per la definizione dei criteri di scelta dei lavoratori in esubero, potrebbe comportare il rischio di garantire margini di discrezionalità ampi al management di Ericsson;

risulta agli interroganti che al signor F. M. Ericsson avrebbe irrogato il licenziamento nell’ambito della procedura prevista dalla legge n. 223 del 1991, adducendo come motivazione il mancato carico di famiglia, non conteggiando il figlio adottivo a carico, non inserendo nel computo la specificità del lavoro e delle mansioni dello stesso. Nel caso di specie, Ericsson ha omesso di comunicare l’avvenuto licenziamento alla Direzione territoriale del lavoro competente per il territorio, impedendo al signor M. la possibilità di far richiesta per la nuova assicurazione sociale per l’impiego (NASpI),

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

se, nei limiti delle proprie attribuzioni, intenda adoperarsi affinché si vigili e siano rispettati i criteri di scelta indicati dalla legge n. 223 del 1991 e affinché siano evitati possibili licenziamenti discriminatori da parte del management di Ericsson.


(3-03947)

CATALFO , CIOFFI , PUGLIA – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. –

Premesso che a quanto risulta agli interroganti:

in data 21 luglio 2017 sono state notificate le lettere di licenziamento ai lavoratori di Ericsson Italia, in ottemperanza alla procedura di licenziamento collettivo, prevista dalla legge n. 223 del 1991; soltanto in Italia la Ericsson telecomunicazioni SpA ha inviato complessivamente 181 lettere di licenziamento, ma l’intera procedura interessa 315 lavoratori;

l’invio delle lettere di licenziamento è il punto di arrivo di un lungo iter, che ha interessato Ericsson, lavoratori ed i Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico. In data 14 marzo 2017 il management dell’impresa rende nota la volontà di intraprendere la procedura di licenziamento collettivo per 315 lavoratori, divisi nei vari stabilimenti produttivi presenti nel territorio italiano; il ricorso a tale procedura, a detta del management, è motivato da una significativa trasformazione del settore delle telecomunicazioni, che ha portato un’eccessiva concorrenza a ribasso nei prezzi delle forniture e una sostanziale trasformazione delle preferenze nel mercato delle TLC (Telecomunicazioni) dalle forniture hardware a software;

nell’ambito della procedura, ex artt. 4 e 24 della legge n. 223 del 1991, in data 23 marzo e 27 aprile 2017, si svolgono 2 incontri tra Ericsson e le sigle sindacali, senza però pervenire ad un sostanziale accordo tra le parti;

anche gli incontri svolti in sede istituzionale non raggiungono alcun risultato, specificatamente rispetto alla possibilità di optare per una soluzione della crisi in maniera non traumatica in sostituzione del licenziamento collettivo; il verbale di conclusione della procedura di licenziamento collettivo prende atto dell’impossibilità di pervenire ad un accordo tra le parti;

in data 20 luglio 2017 la lettera inviata dai ministri Calenda e Poletti ai sindacati, successiva ad un incontro avuto con l’azienda, lo scorso 19 luglio 2017, dichiara che la società Ericsson telecomunicazioni ha ritenuto che per gli attuali esuberi dichiarati non si possa trovare altra soluzione che il licenziamento collettivo, chiudendo le possibilità di ogni negoziazione;

in data 21 luglio 2017, sono stati notificati i licenziamenti ai lavoratori interessati;

considerato che Ericcson è un’impresa, operante sul territorio italiano che nel corso degli ultimi anni ha ricevuto 7 finanziamenti pubblici per un valore di oltre 38 milioni di euro e attualmente partecipa all’assegnazione di bandi nell’ambito dei programmi Pon e Horizon 2020, nonché fondi pubblici in ambito di gestione ed implementazione della banda larga e di specifiche tecnologie di telecomunicazione;

considerato inoltre che le modalità di gestione della crisi aziendale, a detta delle organizzazioni sindacali, con la totale chiusura da parte di Ericsson ad un possibile negoziato, in seno ai criteri di scelta dei lavoratori in esubero definiti dalla normativa, potrebbe portare a margini di discrezionalità ampi da parte di Ericsson,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo, nei limiti delle proprie competenze, possano adoperarsi affinché vengano salvaguardati i lavoratori di Ericsson;

se intendano adoperarsi affinché le imprese che percepiscono fondi pubblici salvaguardino le proprie professionalità, anche prevedendo il blocco delle erogazioni per le stesse, in caso di licenziamenti collettivi dei lavoratori nei propri stabilimenti produttivi.


(3-03949)

SACCONI – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. –

Premesso che:

nel corso della XVII Legislatura, la disciplina relativa ai lavori brevi è stata soggetta a ripetuti interventi correttivi per venire poi cancellata di fronte alla minaccia referendaria e infine reintrodotta in termini che hanno scontentato tanto i critici in via di principio quanto le imprese utilizzatrici;

la nuova norma sul lavoro occasionale accessorio prevista dalla legge n. 96 del 2017, di conversione del decreto-legge n. 50 del 2017, è stata introdotta con modalità che non hanno consentito di fatto né un attento esame parlamentare nelle Commissioni di merito, né un paziente ascolto delle ragioni delle organizzazioni degli imprenditori e dei lavoratori;

considerato che, a giudizio dell’interrogante:

a fronte del riconoscimento dell’esigenza di regole semplici del lavoro breve, questa è stata “soddisfatta” attraverso espliciti richiami alla pesante disciplina del lavoro subordinato e, inspiegabilmente, solo nelle imprese fino a 5 addetti, come se determinate prestazioni di breve durata non siano necessarie a prescindere dalla dimensione aziendale, con la conseguenza di escludere il 90 per cento di chi utilizzava il vecchio voucher dall’applicazione della nuova regolazione;

oltre al necessario limite, perfino troppo generoso, dei compensi tra stesso committente e stesso lavoratore, si aggiungono limiti ingiustificati ai compensi tra un committente e più prestatori e tra un prestatore e più committenti ed infine si mantengono i vincoli immotivati che inibiscono i contratti di lavoro intermittente;

i nuovi voucher, a 45 giorni dalla loro attivazione, si sono rivelati uno strumento inadeguato durante la stagione estiva, dal momento che sono stati utilizzati per pagare solamente 6.742 lavoratori occasionali: di questi 6.056 per le micro imprese e 686 per lavori familiari, mentre 16.250 sono stati gli utilizzatori e 10.767 i lavoratori;

sono state segnalate da molte imprese numerose difficoltà tecniche al momento di compilare online la domanda: per attivare effettivamente i nuovi voucher occorre disporre già dell’apposito codice che rilascia l’Inps per operare sul sito dell’ente, operazione che di per sé richiede diversi giorni di attesa;

la stessa gestione dei rapporti di lavoro occasionale accessorio non è peraltro sufficientemente semplice per incoraggiarne l’emersione del lavoro nero,

si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda intraprendere a fronte del primo fallimentare impatto della nuova disciplina vigente del lavoro occasionale accessorio, per evitare che la combinazione di diffidenza ideologica e superficialità tecnica favorisca il ritorno al lavoro sommerso dopo la fase positiva di emersione consentita dalla disciplina abrogata.


(3-03959)

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