Nei primi cinque mesi dell’anno, nel settore privato c’è stato un saldo positivo tra assunzioni e cessazioni di rapporti di lavoro pari a +729mila, superiore a quello del periodo gennaio-maggio del 2016 (+554mila) che del 2015 (645mila). E’ quanto rileva l’osservatorio sul precariato dell’Inps, precisando che su base annua, il saldo consente di misurare la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro.
Il saldo annualizzato (vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi), a maggio 2017 risulta positivo e pari a +497mila. Questo risultato, sottolinea l’Inps, cumula la crescita tendenziale dei contratti a tempo indeterminato (+21mila), dei contratti di apprendistato (+48mila) e, soprattutto, dei contratti a tempo determinato (+428mila, inclusi i contratti stagionali e i contratti di somministrazione). “Queste tendenze sono in linea con le dinamiche osservate nei mesi precedenti – spiega l’istituto di previdenza – e attestano il proseguimento della fase di ripresa occupazionale”.
Nel settore privato le assunzioni nei primi cinque mesi dell’anno sono state complessivamente 2.736.000, in aumento del 16% rispetto al periodo gennaio-maggio 2016. Il maggior contributo è però dato dalle assunzioni a tempo determinato (+23%), mentre sono diminuite quelle a tempo indeterminato (-5,5%).
Oltre all’incremento dei contratti di somministrazione a tempo determinato (+14,6%), l’Inps sottolinea che è “particolarmente significativa” la “crescita vigorosa” dei contratti di lavoro a chiamata a tempo determinato, che, sempre nell’arco temporale gennaio-maggio, passano da 76mila del 2016 a 165mila nei primi cinque mesi di quest’anno, con un incremento del 116,8%.
“Questo significativo aumento dei contratti a chiamata a tempo determinato, e in parte anche l’incremento dei contratti di somministrazione, può essere messo in relazione alla necessità delle imprese di individuare strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher – dice l’Inps – cancellati dal legislatore a partire dalla metà dello scorso mese di marzo”.
Questi andamenti, sottolinea l’Inps, hanno portato a un`ulteriore riduzione dell`incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni (25,9%) rispetto ai picchi raggiunti nel 2015 quando era in vigore l`esonero contributivo triennale per i contratti a tempo indeterminato.
Le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato (incluse le prosecuzioni a tempo indeterminato degli apprendisti) sono risultate 150mila, con una lieve riduzione rispetto allo stesso periodo del 2016 (-1,8%). Le cessazioni nel complesso sono state 2.007.000, in aumento rispetto all`anno precedente (+11,2%): a crescere sono soprattutto le cessazioni di rapporti a termine (+18,4%), mentre quelle di rapporti a tempo indeterminato sono leggermente in diminuzione (-1,3%).
Quanto alla composizione dei nuovi rapporti di lavoro in base alla retribuzione mensile, si registra per le assunzioni a tempo indeterminato a gennaio-maggio 2017 una riduzione della quota di retribuzioni inferiori a 1.750 euro (55% contro 57,9% di gennaio-maggio 2016).
Con riferimento ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato, nei primi cinque mesi dell’anno il numero complessivo dei licenziamenti risulta pari a 235mila, in riduzione rispetto al dato di gennaio-maggio 2016 (-2,6%). Risultano invece in lieve aumento le dimissioni (+1,3%).
Il tasso di licenziamento (calcolato sull’occupazione a tempo indeterminato, compreso gli apprendisti) è risultato per i primi cinque mesi del 2017 pari a 2,2% (esattamente in linea con quello dei corrispondenti periodi del 2016 e del 2015″.
Infine, l’Inps rileva che a maggio sono state presentate 12 domande di Aspi, 5 domande di mini Aspi e 95.720 domande di Naspi. Nello stesso mese sono state inoltrate 414 domande di disoccupazione e 481 domande di mobilità, per un totale di 96.632 domande, il +0,6% rispetto al mese di maggio 2016 (96.055 domande).