Hanno lavorato fino all’ultimo minuto nelle scuole pubbliche milanesi che ancora venerdì il Comune temeva di non riuscire a riaprire in tempo, ma alla fine anche in via Airaghi e via Dolci sono riusciti a pulire le tracce dei cantieri appena chiusi. In un’altra manciata di scuole stanno ancora ultimando il montaggio dei moduli prefabbricati in legno che ospiteranno 46 classi aggiuntive, ma in generale tra locali presi in prestito all’esterno e riorganizzazioni interne i problemi di spazio causati dalla necessità di distanziamento imposta dall’emergenza Covid sembrano quasi del tutto risolti e a preoccupare è soprattutto il numero di cattedre vuote, 12.000-15.000 tra città e provincia secondo i sindacati.
“Rispetto ad altri anni – osserva il segretario milanese della Cisl Scuola Massimiliano Sambruna – i numeri sono più o meno gli stessi perché non è cambiato nulla: ad oggi non ci sono graduatorie corrette per nominare i supplenti. Questo però crea, nell’anno in cui dobbiamo fare i conti anche con l’emergenza sanitaria, un effetto boomerang. Qui ci sono situazioni che il sistema doveva bloccare, persone in graduatoria senza requisiti. Così il lavoro del valutatore diventa complicato e visto che i cinque giorni disponibili per i reclami sono scaduti soltanto sabato verosimilmente non vedremo questi supplenti in classe prima della fine del mese”.
Tra situazione sanitaria e carenza di docenti in molte scuole milanesi regna dunque l’incertezza anche se il risultato di avere riaperto oggi è comunque un primo traguardo che fino a poche settimane fa non era scontato. “Ovviamente siamo contenti che finalmente si sia riaperto – osserva Chiara Ponzini, del comitato Priorità alla scuola -, perché in molti dicevano che sarebbe stato meglio posticipare ancora, però chiedevamo un’apertura in presenza con continuità e sicurezza, invece nelle superiori è prevista ancora tanta didattica a distanza con alcune scuole dove si andrà fisicamente a lezione un giorno sì e uno no. Il precariato poi non è diminuito, tanti studenti non sanno chi li accompagnerà durante l’anno, chiedevamo inoltre un operatore sanitario per ogni plesso e non si è avuto, infine pensavamo che il trasporto pubblico fosse da raddoppiare invece è stato ridotto all’80% della capacità”. Per questo il comitato di genitori, docenti e studenti nato nei mesi del lockdown continuerà la sua mobilitazione a partire dalla manifestazione del 25 settembre.
La capienza sui mezzi pubblici è in effetti ridotta, come in tutta Italia, all’80%, ma a Milano il Comune ha almeno tentato di potenziare al massimo il trasporto pubblico e Atm ha in strada il 100% dell’orario invernale con un’aggiunta di capacità del 10%.
L’amministrazione ha inoltre potenziato, sfidando le proteste di commercianti e opposizione, la rete ciclabile: 22 chilometri in più che diverranno 35 a giorni per fare in modo che chi può si muova in bicicletta o in monopattino. Per quanto riguarda le scuole di proprietà del Comune solo quella di via Graf oggi non è riuscita, in parte, a riaprire. Sei classi sono infatti ancora senza aula, ma da domani faranno lezioni in un parco vicino con la disponibilità di locali della parrocchia in caso di pioggia. Il vero rientro in classe è previsto, in questo caso, solo dopo il referendum del 20 e 21 settembre.
E.G.