Senza un coinvolgimento e un vero investimento sul lavoro il Paese non cambia: questa, in sintesi, la risposta di Cgil, Cisl e Uil a Giuseppe Conte, che oggi ha illustrato ai tre segretari generali la sua ipotesi di ”rilancio” per l’Italia.
“Noi – ha spiegato a Conte il leader della Cgil Maurizio Landini- vogliamo essere parte attiva di questo processo di cambiamento, e per questo c’è bisogno di una radicale cesura rispetto al passato. In particolare, c’è bisogno di fare una vera riforma fiscale e una vera lotta all’evasione fiscale; di un ruolo pubblico nell’economia che veda lo Stato come soggetto che fa politica industriale e investimenti, a partire dal Mezzogiorno, capace di creare nuova occupazione femminile e, soprattutto, dare occupazione ai giovani”. Landini ha inoltre sottolineato che “c’è bisogno di una vera lotta alla precarietà, che c’è bisogno di un nuovo statuto dei diritti dei lavoratori e cancellare le leggi sbagliate che sono state fatte in questi anni. Così come bisogna andare a un rinnovo dei contratti nazionali attraverso una decontribuzione e defiscalizzazione degli aumenti salariali e, allo stesso tempo, abbiamo indicato la necessità di una legge sulla rappresentanza che cancelli i contratti pirata e dia valore erga omnes ai contratti nazionali di lavoro”.
Annamaria Furlan a sua volta, ha rilanciato la necessità di un patto sociale per cambiare il paese ”insieme”: “Non bisogna sprecare questa occasione e questa opportunità positiva per ricostruire e cambiare il Paese. E’ necessaria un’assunzione di responsabilità comune”. “Noi – ha proseguito la leader Cisl- crediamo che ci siano oggi le condizioni per fare un buon lavoro esercitando tutti fino in fondo il proprio ruolo, e per questo è necessario un grande patto sociale, indicando e condividendo insieme le priorità, e capire quale contributo ciascuna parte può e deve dare per raggiungere gli obiettivi. Dobbiamo individuare insieme le questioni che devono diventare l’anello di congiunzione di un grande programma di modernizzazione di trasformazione del nostro Paese”.
Secondo Furlan “sarebbe un segnale straordinario ritrovare lo stesso spirito costruttivo del presidente Ciampi del 1993 e dei grandi accordi di concertazione, che allora animò tutti con grande senso di responsabilità. Uno spirito che oggi dobbiamo ritrovare”. Il segretario generale della Cisl ha indicato a Conte e a tutto il Governo alcune priorità da sviluppare in un accordo tra le parti: investimenti nella sanità pubblica, un grande piano di infrastrutture materiali e immateriali, intervento per la riduzione del divario Nord-Sud, favorire gli investimenti green, misure di sostegno strutturale alla famiglia e alla natalità, una legge di sostegno alla partecipazione dei lavoratori al capitale e alla governance delle aziende, la riforma degli ammortizzatori sociali, nuove politiche del lavoro, un protocollo per la sicurezza nelle scuole.
Posizione condivisa anche da Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil: “Bisogna ridisegnare il Paese con un patto che coinvolga tutti: serve un nuovo modello complessivo. Abbiamo apprezzato l’impegno del premier Conte ad andare in questa direzione – ha detto proseguito – e abbiamo suggerito alcune priorità. Serve innanzitutto una grande riforma fiscale; bisogna regolare la digitalizzazione e ridisegnare anche l’organizzazione del lavoro, dando adeguate opportunità sia ai giovani che agli anziani; le infrastrutture e l’ambiente devono essere il volano della crescita e, in questo quadro, bisogna velocizzare l’utilizzo delle risorse. Se usciremo meglio o peggio dalla crisi – ha concluso Barbagallo – dipenderà solo da noi”.