Il tema è chiaro: avviare un confronto permanente con l’esecutivo per governare al meglio i focolai di crisi e le trasformazioni che stanno investendo la mobilità e i trasporti. Aprire insomma una serie di tavoli incentrati sui vari comparti dei trasporti, dell’automotive, della cantieristica e dell’acciaio, tra loro strettamente collegati. Sono queste le richieste, ribadite con forza, da Cgil, Fiom e Filt nel corso dell’iniziativa “Dove andiamo”, sul tema della mobilità.
L’emergenza da coronavirus ha ridisegnato, in modo significativo, la mobilità aerea, su rotaia e nelle nostre città, ha spiegato Stefano Malorgio, segretario generale dei trasporti della Cgil. Con la pandemia, Alitalia ha visto un calo dei voli del 90%, in linea con le altre compagnie. Anche il trasporto su rotaia ha visto una riduzione di passeggieri del 90%, con le merci che sono crollate del 50%. Percentuali analoghe si riscontrano sulla rete autostradale, con una diminuzione del traffico dell’80%, mentre nel trasporto pubblico urbano e extra urbano c’è stato un taglio di oltre l’80% dell’offerta.
Queste percentuali hanno causato un abbassamento dei ritmi lavorativi e una profonda mutazione dell’organizzazione del lavoro. Il 70% di chi lavora nel trasporto delle persone ha dichiarato che l’azienda ha introdotto procedure digitali per garantire al meglio la sicurezza, con lo smart working che ha interessato il 30% dei dipendenti. Vertiginosa è stata la crescita dell’e-commerce, con un balzo, in termini percentuali, del 160% nell’ultima settimana di marzo.
Prospettive non altrettanto incoraggianti anche nel settore dell’automotive. A marzo il calo della produzione è stato del 64%, e ad aprile le immatricolazioni delle auto sono crollate del 100%. Tutti i principali gruppi del comparto auto, cantieristica e aerospazio – Fca, Fincantieri e Leonardo – hanno fatto ricorso alla Cassa integrazione per affrontare il lockdown, ha ricordato la segretaria generale della Fiom, Francesca Re David. Sul prestito relativo a Fca, la leader della Fiom e il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, hanno rimarcato la necessità di condizioni stringenti e di un monitoraggio costante degli investimenti, dei livelli occupazionali e dell’innovazione che l’azienda vorrà garantire. Chi invoca la questione del cambio della sede legale e fiscale da parte di Fca, ha precisato Re David, è in ritardo di sei anni. Il trasloco, rispettivamente in Olanda e Uk, di cui si parla in questi giorni, è infatti datato 2014.
Ragionando in una prospettiva più ampia, di filiera, la numero uno dei metalmeccanici ha ricordato la difficile situazione che sta vivendo l’acciaio italiano, con la vicenda dell’ex-Ilva a tenere sempre banco. Lunedì prossimo ci sarà l’incontro con azienda e governo, ma al momento, ha puntualizzato Re David, non c’è nessuna conferma sul fatto che ArcelorMittal voglia lasciare o meno Taranto.
Nel suo intervento Landini ha detto come il governo abbia messo in campo “importanti provvedimenti” per sostenere il reddito delle persone, ma “oggi bisogna uscire dall’emergenza e avere un progetto per il Paese”. Un rilancio che per il segretario generale della Cgil passa anche attraverso un ripensamento della mobilità, che guardi alla sostenibilità, all’innovazione e alla valorizzazione delle competenze professionali.
Per il numero uno del sindacato di Corso d’Italia “la progettazione non può farla qualcuno da solo, ma devono farla tutti i soggetti coinvolti. Chiediamo che il governo attivi dei tavoli in cui si progetti e si superi la logica di separazione tra settori e comparti. La mobilità è un elemento di trasversalità. Alle imprese invece diciamo che c’è bisogno di investire di più in termini di innovazione e prodotto”. Per questo Alitalia può essere un player strategico, un vettore per il rilancio del made in Italy.
“Siamo dentro un’idea – ha concluso Landini – che cambia il come si spostano le persone e il sistema dei trasporti può essere un mezzo per valorizzare il turismo e le nostre competenze. Il fatto che nel mese di massima chiusura gli acquisti tramite Internet siano schizzati, è un fatto che dobbiamo tenere presente. Siamo dentro un processo di trasformazione digitale. Bisogna pensare come le persone governano questo processo e non come sono condizionate e governate dalla tecnologia. C’è bisogno di un ruolo pubblico. Non c’è bisogno di meno Stato, ma di più Stato, in termini di programmazione e investimenti. Per farlo c’è bisogno di investire sulla qualità del lavoro delle persone”.
Tommaso Nutarelli

























