Il sorpasso è avvenuto a ottobre scorso: per la prima volta nella storia, gli over 60 hanno superato per numerosità gli under 30. E oggi i sessantenni (e a seguire, i settantenni, ottantenni, eccetera) rappresentano ormai un terzo della popolazione italiana. Nonché gran parte della classe dirigente del paese. Anno dopo anno, il numero di chi ha meno di trent’anni si è dimezzato, quello di chi ne ha più di sessanta è quintuplicato.
Forse non ne era al corrente Vittorio Colao, quando ha proposto al governo italiano di “’esentarli” dal lavoro anche dopo la fine del lockdown. Più addentro alle questioni della demografia nazionale, Giuseppe Conte ha respinto immediatamente al mittente la proposta. Giustamente: perché è vero che la pandemia ha seminato morte soprattutto tra gli anziani, ma davvero oggi i sessantenni possono essere considerati tali? In un paese dove, per inciso, si va in pensione a 67 anni? Dove ci siamo scandalizzati perché il (contestato) provvedimento della Lega su quota 100 consentiva a chi ne aveva ‘solo’ 64 di pensionarsi anticipatamente? Sostenendo che, in questo modo, si impoverivano i ranghi del lavoro (come abbiamo poi visto avvenire concretamente), privi di ricambio generazionale per mancanza cronica di giovani?
Rosario Fiorello, in un video molto visto sui social, ha definito i sessantenni dei “Panda” bisognosi di essere protetti dall’estinzione. Ma sbagliava del tutto esempio. Quelli che rischiano di estinguersi, in Italia, sono proprio i giovani. I trentenni di oggi, per esempio, sono un milione in meno degli attuali quarantenni: questo significa che, tra dieci anni, avremo un milione di giovani uomini attivi in meno sul fronte del lavoro.
Non solo. I sessantenni e fratelli maggiori vari, come dicevamo, costituiscono ancora, ci piaccia o meno, il cuore della classe dirigente nazionale, in ogni settore, imprese, sindacato, politica, arte, musica, spettacolo. Non solo in Italia. Negli Stati Uniti, paese che peraltro meno di tutti gli altri soffre l’invecchiamento demografico e il calo drastico delle nascite, i contendenti alla Casa Bianca sono ben più che sessantenni: Joe Biden ha 78 anni, il suo ex sfidante alle primarie Dem, Bernie Sanders, ne ha altrettanti, lo stesso Trump ne ha 74.
Il mondo va così. Invecchia. Occorre prenderne atto, sapere che se qualcuno davvero dovesse decidere un giorno che i “vecchi” devono restare a casa, sarebbe presto un mondo disabitato, o quasi. Ci sono soluzioni? Si. Che i giovani attuali riprendano a fare figli. Consentendo a noi “vecchi” di ritirarci davvero dalla scena. Ma non sembra aria che questo accada. Intanto, teniamoci stretti i ragazzi di sessant’anni, e ricordiamoci che anche loro, oggi, mandano avanti il paese.
Nunzia Penelope



























