Grande confusione, ancora, sul caso Ilva. In vista dell’incontro di domani tra i Mittal e il governo, nulla sembra deciso né chiarito. Il premier Conte spiega che lo scudo non è dirimente, ma che forse si potrebbe reintrodurre, a patto che ArcelorMittal faccia atto di pentimento e receda dalla dismissione, mentre Di Maio, di scudo, nemmeno vuole sentir parlare. A sua volta, Calenda spariglia annunciando di aver aver parlato direttamente al telefono con i Mittal e ritenendo lo scudo indispensabile.
Ciliegina sulla torta, la Cassa depositi e prestiti, per la quale si ipotizza un ruolo nel ‘’salvataggio’’ della siderurgia tarantina, si sfila: lo statuto non prevede che possa intervenire in questa partita, afferma il presidente della Fondazione Cariplo, che di Cdp e’ azionista. “Credo che sia ampiamente noto che non è possibile un intervento di Cdp su questo tema poiché le previsioni statutarie vanno in una direzione completamente diversa, quindi non è contemplata la possibilità che Cdp intervenga su questa partita, considerato che lo statuto delimita il campo di intervento possibile”, ha detto infatti Giovanni Fosti.
A sua volta, il premier Conte annuncia che il governo è pronto a negoziare ma solo a patto che Mittal ritiri l’atto di dismissione, depositato il 4 novembre scorso, mantenendo nel contempo la stabilità produttiva, il piano ambientale, e l’occupazione. In questo caso, dice Conte, “mi siederò cento volte a trattare. Altrimenti ci difenderemo”. L’incontro di domani con ArcelorMittal, dice ancora il premier, ‘’potrebbe non essere risolutivo’’ (e d’altra parte, nessuno se lo aspetta), ma domani il governo ‘’porterà’ una posizione chiara”, che sarebbe appunto la seguente: “se c’è un ravvedimento siamo disponibili ad avviare un negoziato, mettendo da parte l’atto di dismissione, con la volontà di mantenere gli impianti, e poi possiamo ragionare sulle sopravvenienze di mercato, che non sono lo scudo penale che è un elemento che potremmo tornare a considerare ma non è una sopravvenienza”. Per Conte la crisi dell’ex Ilva e’ inoltre l’occasione per la decarbonizzazione: “stiamo raccogliendo tanti progetti ne parleremo oggi in Cdm e offrire occasione di rilancio alla comunità tarantina”.
Linea dura anche da parte di Di Maio: “Arcelor Mittal venga al tavolo e rispetti l’ Italia. Le aziende multinazionali devono rispettare le regole e lo Stato noi ci dobbiamo far rispettare come Italia”. Quanto allo scudo, per il ministro degli esteri la risposta e’ ‘’la contrattazione’’. Non ha chiarito a quale contrattazione si riferisca.
Al contrario, Carlo Calenda, che presentando oggi il suo nuovo movimento, Azione, ha annunciato di aver parlato direttamente con i Mittal, suggerisce al governo di munirsi dello scudo prima ancora di sedersi al tavolo: “Certo, ho chiamato Mittal, non posso dire cosa ci siamo detti ma quello che posso dire è che Mittal deve chiarire la sua posizione, e cioè: se viene rimesso lo scudo penale è disponibile a sedersi per discutere o no? Allo stesso tempo -prosegue Calenda- dico a Conte: voi siete per davvero disponibili a rimetterlo lo scudo penale? Perché senza scudo penale Ilva si può solo chiudere, non c’è alternativa. Se posso dare un consiglio al governo: vada al tavolo con Mittal con il decreto sullo scudo penale pronto, avrebbe molta più forza negoziale”.