Finalmente un po’ di chiarezza. I 5Stelle hanno gettato la maschera e attaccato frontalmente i sindacati, nella persona più rappresentativa al loro interno, Maurizio Landini, il segretario generale della Cgil. Finora i grillini non erano mai venuti allo scoperto così. Si limitavano a gettare discredito, ad attaccare il sindacato sulle cose, sulle politiche, soprattutto a ignorare del tutto i rappresentanti dei lavoratori non parlando con loro, non coinvolgendoli nelle scelte di fondo, e nemmeno in quelle di contorno. Cercando come potevano di rendere loro difficile la vita. Adesso però è venuta alla luce una contrapposizione fortissima, che non potrà restare come un fatto isolato. Con il post di sabato scorso, il loro blog ufficiale ha preso posizione affermando che il sindacato non difende i lavoratori e boicotta chi invece lavora per loro, cioè il governo a trazione 5S (pensano loro), e lo fa per mantenere privilegi del passato per i quali e grazie ai quali sfruttavano i lavoratori.
Evidentemente, la battaglia avviata nelle ultime settimane dal sindacato, che ha svolto una serie di manifestazioni a ben vedere contro la politica economica del governo e contro le sue scelte o non scelte, ha colpito duramente. Tanto è vero che da un lato Matteo Salvini ha deciso di convocarli al Viminale, mentre i 5S hanno scelto la via dello scontro, del dileggio per descriverli così ai lavoratori e renderli inoffensivi. È evidente che l’ipotesi dello sciopero generale, possibile in autunno, fa temere ai grillini di essere messi di fronte alle loro responsabilità senza sapere come assolverle. Anche perché le confederazioni sindacali sono state attente a non proclamare mai uno sciopero esplicitamente contro il governo o i partiti che lo sostengono. Hanno attaccato il merito, le singole scelte, hanno preso un caso specifico e su quello hanno chiamato i lavoratori in piazza, dicendo loro che quella scelta non faceva loro bene, anzi a volte faceva proprio molto male, andava contro i loro interessi. Per non cadere nella trappola politico-partitica, anche quando i metalmeccanici hanno scioperato una intera giornata hanno affermato che l’agitazione era stata proclamata anche contro le imprese, proprio per non aprire lo scontro con il governo e i partiti.
Lo facevano per quella situazione molto particolare per la quale molti lavoratori, soprattutto, ma non solo, operai, hanno la tessera del sindacato, ma votano per i partiti di governo. La contraddizione di sostenere chi li rappresenta e allo stesso tempo chi denigra i loro rappresentanti adesso sta venendo alla luce e sarà difficile far finta di niente.
In realtà il compito del sindacato è quello di difendere gli interessi dei lavoratori, non quello di orientare le loro tendenze politiche. Si tratta di due cose differenti tra loro e non sovrapponibili. Ma è evidente che nel momento in cui la contraddizione esplode, non si può nascondere la deflagrazione. Anche perché quello che sconcerta nell’attacco dei 5S è la pochezza dell’argomentazione che il Movimento porta a supporto delle proprie idee.
Le accuse sono risibili, i privilegi ai quali sarebbero attaccati i sindacalisti nessuno li ha mai visti. Si tratta di organizzazioni frugali, che possono anche avere al loro interno delle mele marce, ma che sono caratterizzati da una generalizzata moralità e da una rettitudine che desta prima di tutto ammirazione. I lavoratori conoscono i loro rappresentanti, perché la grande rete del sindacato sono le decine di migliaia di delegati che li rappresenta nelle fabbriche e negli uffici, che lavorano al fianco degli altri lavoratori e non hanno privilegi: semmai oneri, anche rilevanti, da sopportare.
Altamente discutibili sono invece le patenti di sostegno al mondo del lavoro che i 5S si sono attribuiti. La Cgil ha risposto all’attacco arrivato dal Blog del Movimento con una serie di tweet, che Il diario del lavoro ha riportato, indicando le pecche dei grillini, i buchi del loro intervento. Ma basterebbe dare un’occhiata alla crescita dello spread o alle statistiche della macroeconomia italiana per capire che questo governo ha bloccato la crescita che faticosamente ci stava, anche se lentamente, portando fuori dalla sacca della grande crisi mondiale e hanno azzerato tutte le prospettive di crescita, quindi di ripresa. È inutile fissarsi sui particolari, sottolineare come la grande impresa del governo, che pomposamente è stata chiamata decreto dignità (forse ignorando cosa sia la dignità) tanto non ha prodotto i risultati che adesso il governo ha deciso di modificarla, e di farlo proprio come imprese e sindacati dal primo momento avevano indicato (senza essere ascoltati). Come è difficile non vedere che il salario minimo per legge è in grado di azzerare la contrattazione, cioè la grande arma del sindacato, l’unica vera difesa dei loro interessi e di quelli dei lavoratori.
Ci dobbiamo attendere un autunno caldo, a 50 anni da quello del 1969? Nessuno sembra aver voglia di impegnarsi in grandi imprese, ma le forze sociali potrebbero essere trascinate in un nuovo turbine di battaglie. È l’ultima cosa che vogliono, ma se sarà necessario è difficile che si tirino indietro.
Massimo Mascini
Per i nostri lettori pubblichiamo qui di seguito una scelta delle notizie e degli interventi più significativi apparsi nel corso della settimana su ildiariodellavoro.it (Vai al sito per leggere il giornale completo, aggiornato quotidianamente dalla nostra redazione).
Contrattazione
È stato siglato, tra le organizzazioni sindacali e l’amministrazione di Roma Capitale, l’accordo per il settore degli assistenti sociali. L’intesa pone fine allo stato di agitazione della categoria, e prevede un piano di assunzioni straordinarie fino al 2021 e il rafforzamento degli strumenti per garantire la sicurezza sul lavoro.
Diario segreto di un Navigator
Da questa settimana Il diario del lavoro inaugura una nuova rubrica: uno dei 2.978 vincitori del concorso per navigator terrà per noi un diario dove racconterà, giorno per giorno, la sua esperienza. I primi due episodi sono incentrati sui retroscena del concorsone alla Fiera di Roma e sul ‘’giallo’’ dell’algoritmo che, secondo alcuni, avrebbe falsato il risultato finale delle prove.
Interviste video
Il direttore de Il diario del lavoro, Massimo Mascini, ha intervistato il presidente dell’Inail, Massimo De Felice. Nell’intervista De Felice traccia un bilancio dell’attività dell’istituto e avverte: per fermare gli incidenti sul lavoro occorre aumentare al massimo formazione e prevenzione. Sempre Mascini ha intervistato Guglielmo Loy, presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza Inps. Loy fa il punto sull’attivita’ dell’ente, dopo il passaggio dalla presidenza di Tito Boeri e quella di Pasquale Tridico, e l’introduzione di reddito di cittadinanza e Quota 100.
I servizi video sono a cura di Emanuele Ghiani
Interviste
Emanuele Ghiani ha intervistato il segretario generale della Uilca Massimo Masi, sulla trattativa per il rinnovo del contratto bancari e sugli scenari che si prospettano per il prossimo incontro tra le parti.
Analisi
Fernando Liuzzi ricostruisce la lunga vicenda dello scudo legale per i gestori dell’Ilva, e di come la sua soppressione abbia allarmato i vertici di ArcelorMittal fino a spingerli a minacciare di chiudere i battenti a settembre. Ora l’Italia, afferma Liuzzi, rischia davvero un drammatico arretramento industriale.
Alessandra Servidori fa il punto dei compiti futuri ai quali sono chiamati i sindacati alla luce dei cambiamenti del mondo del lavoro, delle tecnologie, e delle nuove esigenze di formazione che rendono difficile l’incontro tra domanda e offerta di occupazione.
Maurizio Ricci ci offre una breve guida su come orientarsi tra i polveroni della politica economica giallo-verde, capace di alimentare false emergenze, mostrando, invece, poca attenzione ai veri rischi che corre il paese.
Il guardiano del faro
Marco Cianca spiega come, nonostante l’apparente momento di sensibilità, gli allarmi sui cambiamenti climatici siano ancora inascoltati dai grandi del paese. In Italia la rissa politica copre qualsiasi discussione seria sul tema.
I blog del Diario
Giuliano Cazzola fa il punto sulle sempre più drammatiche vicende legate al tema dell’immigrazione. L’ultimo caso è quello della nave Sea Watch, che ancora una volta vede il leader della Lega impegnato nella sua personale battaglia contro i “dannati della terra”.
Alessandro Genovesi interviene sulla questione dei bassi salari spiegando che il salario minimo non è affatto la panacea di tutti i mali. Quello su cui si deve puntare, afferma, è un ampliamento della contrattazione e un contributo di solidarietà dei ricchi per abbattere il cuneo fiscale.
Diario della crisi
I sindacati dei trasporti hanno proclamato, per il prossimo 24 luglio, lo sciopero generale del comparto e quello del trasporto aereo per il 26. L’iniziativa, spiegano, serve a dare sostegno alla piattaforma unitaria “Rimettiamo in movimento il Paese” indirizzata al Governo. Cgil, Cisl e Uil, assieme alle sigle di categoria, hanno proclamato lo stato di agitazione per i lavoratori dell’amministrazione giudiziaria.
Documentazione
Questa settimana è possibile consultare il rapporto dell’Istat “Vita e percorsi di integrazione degli immigrati in Italia”, il testo sul commercio estero extra Ue , quello sulla fiducia di consumatori e imprese e il rapporto sui conti della pubblica amministrazione e i redditi delle famiglie nel I trimestre del 2019. Inoltre sono presenti i dati, sempre dell’Istat, sulla produzione nell’industria e nelle costruzioni e i prezzi al consumo. Infine si può accedere alla relazione annuale dell’Inail, al rapporto dell’Osservatorio di Assolombarda sul Welfare e al XVIII rapporto di monitoraggio “L’apprendistato tra continuità e innovazione”.