“Stando ai primi e approssimativi aggiornamenti diffusi dagli organi di informazione in considerazione dell’ennesima riorganizzazione aziendale, rispetto alla quale naturalmente non è stato previsto da parte dell’impresa alcun coinvolgimento del sindacato, si determinerebbe a livello mondiale un esubero pari a 7500 lavoratori”. È l’allarme lanciato dalla Filcams-Cgil.
“L’esubero prospettato, sempre secondo quanto dichiarato con disarmante leggerezza da Ikea – dice – sarebbe però prontamente compensato dalla creazione di 11.500 posti di lavoro, attraverso una non meglio precisata digitalizzazione dei servizi. Parole in libertà, verrebbe da dire. Se non fosse che conoscendo ormai fin troppo bene quest’azienda, dietro ai numeri confusamente annunciati si prefigura un’ulteriore fase di forte sofferenza e di grave disagio per i più di 6.000 dipendenti in forza presso i 21 punti di vendita presenti sul territorio nazionale. Lavoratori che ormai da anni, anche in Italia, a causa di riorganizzazioni continue subiscono licenziamenti o sono indotti alle dimissioni. Vengono pesantemente demansionati, sono oppressi da turni di lavoro inaccettabili o costretti a trasferimenti insostenibili”.
Secondo la Filcams “dopo anni di totale assenza di relazioni sindacali e di comportamenti irresponsabili da parte di Ikea, la situazione pare ormai essere irrecuperabile. Nei prossimi giorni, di conseguenza, sarà inevitabile l’assunzione di una presa di posizione forte a contrasto della condotta aziendale, senz’altro da definire con le rappresentanze sindacali dei punti di vendita”.