È stato approvato in Consiglio dei ministri il decreto con cui si punta ad intervenire sulle questioni più urgenti del paese tra cui c’è il ritorno della Cigs per cessazione: una misura dedicate alle imprese in crisi, cancellata dal Jobs Act.
I sussidi verranno erogati sulla base di accordi tra Ministero del Lavoro, Mise e Regioni interessate, che potranno essere sottoscritti a decorrere dall’entrata in vigore del decreto e per gli anni 2019 e 2020, attraverso misure per il trattamento straordinario e l’integrazione salariale per le imprese in crisi, qualora le stesse abbiano cessato o cessino l’attività, e sussistano concrete possibilità di prossima cessione dell’azienda, o anche laddove sia possibile realizzare la reindustrializzazione del sito produttivo. In alternativa ai processi sopra descritti, la regione interessata potrà attivare specifici percorsi di politica attiva.
Soddisfazione dalla Confsal, che nella parole del segretario generale Angelo Raffaele Margiotta commenta: “La Confsal ha accolto con interesse l’annuncio del Ministro Di Maio di un decreto di urgenza per ricostituire il trattamento di integrazione salariale straordinario in caso di cessazione, anche parziale, delle attività di una impresa”.
“Tale provvedimento – continua – può senza dubbio contribuire al rilancio o alla riconversione delle realtà aziendali in crisi puntando alla conservazione dei posti di lavoro. Sulla stessa lunghezza d’onda di tale provvedimento, proprio per venire incontro alle imprese in crisi e per tutelare al massimo i posti di lavoro, la Confsal propone con convinzione di inserire in ambito giuslavoristico il nuovo concetto di impresa solidale. Pensiamo ad una apposita legge attraverso la quale l’azienda piccola o media che dovesse trovarsi in crisi dovrebbe essere esonerata dagli obblighi fiscali e contributivi verso lo Stato e gli enti previdenziali . In cambio – aggiunge Margiotta -, nel periodo di valenza della procedura, l’impresa non percepirà utili e destinerà tutto il fatturato agli obblighi contrattuali verso i dipendenti e agli investimenti in innovazione, necessari ad uscire dallo stato di crisi”.
“Siamo fermamente convinti che le imprese in crisi, anche per l’eccessivo carico fiscale e previdenziale, devono continuare a produrre per mantenere l’occupazione e al momento del superamento della crisi, con il raggiungimento degli utili societari rientrare nel circolo della normalità fiscale e previdenziale”, ha concluso Margiotta.


























