Con lo slogan “Salute, Diritti, lavoro, Sviluppo. L’Italia che vogliamo”, si apre a oggi a Salerno l’assemblea-manifestazione nazionale che Cgil, Cisl, Uil hanno organizzato in occasione del quarantesimo anniversario della Riforma Sanitaria, approvata con la legge n. 833/1978.
In apertura dell’assemblea, il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, ha affermato: “Le condizioni in cui oggi versa la sanità nelle regioni italiane non sono confortanti. Le politiche economiche adottate dai vari governi hanno comportato l’adozione di scelte che hanno favorito una revisione perversa della spesa con tagli lineari che hanno indebolito fortemente il Servizio sanitario nazionale”.
Secondo i sindacati, i tagli della sanità hanno compromesso le condizioni di accesso ai servizi, soprattutto fra le categorie più deboli e nelle regioni più in difficoltà, aggravando le già importanti diseguaglianze sociali e territoriali esistenti nel Paese e ingenerando differenze fra poveri e ricchi di salute. “La sanità è il settore che unitamente a quello previdenziale ha versato il contributo più significativo per il risanamento del bilancio pubblico – ha sottolineato Ganga -. Tra il 2009 ed il 2016 il nostro Paese ha ridotto le risorse destinate alla sanità di tre decimi di punto all’anno. Al contrario, nello stesso periodo, la spesa è mediamente cresciuta dello 0,9% in Francia, dell`1% in Olanda e dell`1,8% in Germania”.
E il futuro non è certamente confortante. “Le previsioni dell’ultimo Def, posizionano la spesa sanitaria rispetto al Pil al 6,4% per il 2019 e al 6,3% per l’anno 2020. Dati molto inquietanti se si considera la soglia di allarme del 6,5% fissata dall’OMS, al di sotto della quale, oltre la qualità dell’assistenza e l’accesso alle cure, si riduce anche l’aspettativa di vita delle persone”.
Tuttavia, per i sindacati il nostro Sistema sanitario, pur con costi più “bassi” garantisce, nel contesto dei Paesi OCSE, una copertura Universale e si posiziona ai primi posti per accesso alle cure e al “quarto” posto per aspettativa di vita, anche se uno dei problemi principali rimane quello della mobilità e la rinuncia alle cure, una vera emergenza per il centro sud. Un fenomeno che in questi anni, anziché diminuire, ha subito un significativo incremento, attestandosi a 4,1 miliardi di euro.



























