Secondo i conti trimestrali dell’Istat, nei primi tre mesi del 2018 l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è sceso al 3,5%, 0,5 punti percentuali in meno rispetto allo stesso trimestre del 2017.
Il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil dello 0,2% (-0,3% nel primo trimestre del 2017). Negativo anche il saldo corrente, con un’incidenza sul Pil dell’1,2% (-1,6% nel primo trimestre del 2017).
Per quanto riguarda la pressione fiscale, nel primo trimestre del 2018 è stata registratauna riduzione di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, portandosi su un valore pari al 38,2%.
Le uscite totali nel primo trimestre 2018 sono aumentate dello 0,2% rispetto al corrispondente periodo del 2017 e la loro incidenza sul Pil (pari al 45,6%) è diminuita, nello stesso confronto temporale, di 0,8 punti percentuali. Le uscite correnti hanno registrato, nel primo trimestre 2018, un aumento tendenziale dello 0,6%, mentre le uscite in conto capitale sono diminuite del 6,6%.
Le entrate totali nel primo trimestre 2018 sono aumentate in termini tendenziali dell’1,3% e la loro incidenza sul Pil è stata del 42,1%, in calo di 0,3 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2017. Le entrate correnti nel primo trimestre 2018 hanno segnato un aumento dell’1,5% mentre quelle in conto capitale sono diminuite del 43,3%.
Nel primo trimestre il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto a un ritmo modesto, inferiore a quello dell’ultima parte del 2017; in presenza di una dinamica inflazionistica in lieve accelerazione, si è determinato, per la prima volta da oltre un anno, un calo congiunturale del potere d’acquisto (-0,2% nel primo trimestre). A fronte di tale calo, le famiglie hanno mantenuto una dinamica positiva dei consumi in volume diminuendo la propensione al risparmio.
Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato in termini congiunturali dello 0,2%, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,8%. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è diminuita di 0,5 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, scendendo al 7,6%.
A fronte di un aumento del deflatore implicito dei consumi dello 0,4%, il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito rispetto al trimestre precedente dello 0,2%.