Nell’ultimo trimestre dell’anno la propensione al risparmio delle famiglie italiane (definita dal rapporto tra risparmio lordo e reddito lordo disponibile) è stata pari all’8,2%, con un aumento di 0,1 punti percentuali sia rispetto al trimestre precedente sia rispetto allo stesso periodo del 2016. Lo rileva l’Istat nel comunicato sul Conto trimestrale delle amministrazioni pubbliche e sui risparmi delle famiglie.
L’aumento della propensione al risparmio rispetto al trimestre precedente deriva da una crescita del reddito disponibile delle famiglie consumatrici lievemente più sostenuta rispetto a quella dei consumi finali (0,6 e 0,5% rispettivamente). Dato che il deflatore implicito dei consumi delle famiglie è aumentato in termini congiunturali dello 0,4%, il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto dello 0,2%.
In termini tendenziali, prosegue l’Istat, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato del 2,3% e il deflatore implicito dei consumi delle famiglie è aumentato dell’1,0%, determinando una crescita del potere di acquisto dell’1,3%.
Il tasso di investimento delle famiglie consumatrici (definito come rapporto tra investimenti fissi lordi delle famiglie consumatrici, che comprendono esclusivamente la spesa per l’acquisto di abitazioni e per la loro manutenzione straordinaria, e reddito disponibile lordo) nel quarto trimestre 2017 è stato pari al 5,9%, invariato sia rispetto al trimestre precedente, sia rispetto al corrispondente trimestre del 2016. La dinamica degli investimenti fissi lordi (+1,2%) è comunque più sostenuta rispetto a quella del reddito lordo disponibile.
Per quanto riguarda tutto il 2017 cresce la spesa delle famiglie e cala la propensione al risparmio. Nel 2017, infatti, la spesa per consumi delle famiglie italiane è salita del 2,5% e il reddito disponibile è aumentato dell’1,7%. La propensione al risparmio è scesa al 7,8% dall’8,5% del 2016.