“Lascia sbalorditi il comunicato stampa rilasciato ieri dalla Giunta esecutiva centrale dell’Anm di ‘contrarietà alla proclamazione di prolungate astensioni dalle udienze da parte della magistratura onoraria’ e di ‘dialogo su possibili modifiche della riforma’”. Così in una nota l’Unione Nazionale Giudici di Pace.
“In primo luogo rammentiamo ad ANM che la riforma della magistratura onoraria, scritta da magistrati fuori ruolo incardinati all’interno dei ministeri, e fortemente voluta e sostenuta da Anm, addirittura con pareri di natura politica preclusi ad un organismo che dovrebbe rappresentare l’indipendenza della magistratura e non interferire sulle scelte politiche del governo, è integralmente osteggiata dalla magistratura onoraria e di pace che ne chiede l’abrogazione ed il suo radicale ripensamento”, prosegue.
“Anche prescindendo dalla circostanza che, in una Paese democratico, il “dialogo su possibili modifiche alla riforma” non può certo prescindere dal coinvolgimento delle forze politiche e del potere legislativo ed esecutivo che esse rappresentano, neanche menzionate nel comunicato stampa ANM, ad ulteriore riprova dell’unilateralità delle scelte contenute nella contestata riforma, è gravissima l’affermazione di ANM che vorrebbe limitare le motivazioni della nostra protesta a ragioni di natura meramente economica”, aggiunge la nota.
“Noi stiamo scioperando da oltre un anno per garantire un migliore servizio Giustizia ai cittadini e preservare l’indipendenza dei giudici onorari e la loro professionalità, cancellate da una riforma che vorrebbe relegarci a mere “ancelle” dei magistrati di carriera, sia all’interno dell’ufficio del processo, sia negli uffici dei giudici di pace, dove saremmo assoggettati a loro direttive nell’esercizio della giurisdizione in aperta violazione della Costituzione, con la sostanziale cancellazione del giudizio di primo grado, appiattito sulla giurisprudenza dei Tribunali”, sottolinea.
“Senza considerare la necessità ineludibile di un corretto inquadramento della magistratura onoraria nell’ambito dei principi fondamentali sanciti dall’ordinamento costituzionale e comunitario, previo riconoscimento della sussistenza di un rapporto di lavoro e di tutte le correlate tutele giuridiche, economiche e previdenziali, a partire dal diritto alla pensione e dal diritto alla retribuzione nei periodi di malattia, maternità, paternità, ferie, tutele fondamentali, anche a garanzia della dignità ed indipendenza della magistratura, neppure accennate nelcomunicato ANM”, mette in evidenza la nota.
“Non sono certo i nostri scioperi, ma proprio il trattamento indecoroso riservato ai giudici di pace ed ai magistrati onorari ad attentare gravemente agli inviolabili diritti di Giustizia dei cittadini. Domani verrà convocato il direttivo nazionale congiunto dell’Unione Nazionale Giudici di Pace e dell’Associazione Nazionale Giudici di Pace per decidere sulla proclamazione immediata di un nuovo mese di sciopero da tenersi subito dopo le consultazioni elettorali”, conclude.