Secondo quanto stabilisce un emendamento del governo al decreto fiscale depositato ieri, 9 novembre, in commissione Bilancio del Senato, i reati di stalking non potranno più essere estinti con il risarcimento.
“Alla luce dell’elevato numero di donne italiane vittime di stalking – si legge nella relazione illustrativa – si ritiene necessario non far ricadere la fattispecie tra i reati per i quali è applicabile l’istituto della giustizia riparativa”.
La proposta del governo introduce altre modifiche al codice penale “sull’arresto obbligatorio in flagranza, irrevocabilità della querela e aggravanti, a seguito delle quali il regime di procedibilità per il reato di atti persecutori (stalking), prevede la querela irrevocabile se il fatto è stato commesso mediante minacce reiterate e aggravate, mentre in tutti gli altri casi una volta presentata la querela, la rimessione potrà avvenire soltanto in sede processuale”.
“Ci sono voluti cinque mesi perché si prendessero provvedimenti con un intervento chiarificatore sull‟articolo 162 ter, affinché nessuna denuncia per il reato di stalking potesse in alcun modo rientrare in una sanzione riparatoria”, commentano Loredana Taddei, responsabile nazionale Politiche di Genere della Cgil, Liliana Ocmin, responsabile del Coordinamento Nazionale Donne Cisl, e Alessandra Menelao, responsabile nazionale dei Centri di ascolto della Uil.
“La violenza contro le donne è uno dei reati più oscuri e difficili da combattere, che richiede molta attenzione nelle misure che si intraprendono, nelle norme che si emanano e nelle parole che si dicono. Bene, dunque, correggere velocemente il grave errore”, concludono Taddei, Ocmin e Menelao.
E.M.