Il premier Mario Draghi e il suo Governo hanno trasmesso “al Paese, ai mercati e al mondo, una nuova fiducia verso la credibilità dell’Italia”. Le imprese si riconoscono “nell’esperienza e nell’operato del Governo guidato dal presidente Draghi” e auspicano che “continui a lungo nella sua attuale esperienza”. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nella sua relazione all’assemblea annuale dell’associazione, loda a lungo l’operato del premier Draghi.
Il numero uno degli industriali lancia, quindi, un avvertimento ai partiti affinchè non “attentino alla coesione del Governo pensando alle prossime amministrative, o con veti e manovre in vista della scelta da fare per il Quirinale”.
Draghi, per Bonomi, appartiene alla categoria degli “uomini delle necessità”. Ripercorrendo tutte le tappe della lunga carriera del premier, il leader di Confindustria si sofferma poi ad elogiare la “mano decisa con cui il premier e il suo governo hanno mutato energicamente su finalità e governance le prime 80 pagine del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il modo in cui il Governo sta scrivendo le riforme fondamentali, pilastri del Piano, introducendo obiettivi prima inesistenti, come produttività e concorrenza”. Con la sua azione ha “rapidamente ed efficacemente risposto – osserva Bonomi – alle aspettative delle imprese”.
Inoltre, “la mano ferma con cui è stata ridefinita e accelerata la campagna vaccinale ci ha, in pochi mesi, condotto a una percentuale di vaccinati sulla popolazione che nei primi mesi dell`anno appariva fuori portata”. La stessa “mano ferma – dice Bonomi – con cui il Governo ha assunto una settimana fa, la decisione dell`obbligo di introdurre il green pass per tutto il lavoro pubblico e privato”. Una decisione che “noi, condividiamo integralmente: finalmente ha prevalso la sicurezza dei luoghi di lavoro e la continuità delle nostre produzioni”.
Infine il presidente Draghi, con il suo governo, secondo Bonomi, “ha rappresentato un`oggettiva svolta, riconosciuta da tutto il mondo, dell`autorevolezza dell`Italia nell`Unione Europea, nella Nato, e nel G20 che sta guidando, alla ricerca di una più vasta cooperazione delle potenze mondiali sul nodo dei rischi rappresentati dall`Afghanistan, dopo la ritirata Usa e Nato”.
TN