Al 30 settembre il numero dei beneficiari di Reddito di cittadinanza tenuti alla sottoscrizione del Patto per il lavoro erano 1.109.287, in lieve riduzione rispetto al trimestre precedente. Lo rende noto l’Anpal, specificando che la quota di utenti inseriti all`interno delle politiche attive per il lavoro e presi in carico da parte dei servizi per l`impiego è pari al 37,9% (poco più di 3 punti percentuali rispetto a quanto rilevato a giugno scorso).
Si confermano le principali caratteristiche sia a livello territoriale, con una prevalenza nel Sud e nelle Isole, sia per quel che riguarda l`età (poco meno del 40% ha meno di 29 anni) e la distribuzione per genere, con le donne che sono poco più degli uomini (52,9%).
L`utenza mostra alcune fragilità tra cui un basso livello di istruzione: quasi il 72% dei beneficiari ha conseguito al massimo un titolo di studio secondario inferiore. Il 14,1% ha una cittadinanza diversa da quella italiana.
Per quanto riguarda la storia lavorativa pregressa e dunque la familiarità con il mercato del lavoro, l`approfondimento condotto – attraverso le informazioni contenute nell`archivio delle Comunicazioni Obbligatorie – indica che oltre il 63% dei beneficiari RdC non ha avuto alcuna esperienza di lavoro dipendente o parasubordinato nei 2 anni precedenti la data di osservazione.
È dunque pari al 37% la percentuale di beneficiari che invece ha già vissuto esperienze lavorative. È nelle regioni del Nord-Est che tale valore è più consistente (ha esperienza un beneficiario su 2) mentre è di circa un terzo la quota dei beneficiari del Sud e delle Isole che hanno già lavorato.
Da segnalare anche le differenze legate al genere, hanno esperienza lavorativa il 45% degli uomini e il 30% delle donne, e alla cittadinanza, con una quota di stranieri che è già stata occupata pari al 52% contro il 34,5% dei beneficiari italiani.
Guardando alla quantità di lavoro maturato si registra – tra coloro che hanno esperienze lavorative alle dipendenze o in parasubordinazione -, la presenza di una quota pari al 42,5% di individui che hanno lavorato complessivamente fino a un massino di 6 mesi. La restante percentuale di beneficiari si suddivide fra coloro che hanno esperienze più lunghe: il 19,7% ha lavorato fra i 6 e i 12 mesi, l`11,6% fra i 12 e i 18 mesi, il 26,2% oltre 18 mesi.