L`impatto delle misure adottate dall`Ue “è complessivamente modesto” sull’export italiano. Il blocco all`export riguarda 321 milioni di euro di vendite italiane in Russia nel 2021, pari al 4,2% dell`export italiano in Russia e allo 0,06% dell`export totale dell`Italia nel mondo. E’ quanto emerge da un report del Centro Studi di Confindustria.
Per il complesso dei prodotti colpiti, l`esposizione italiana al mercato russo, cioè il peso della destinazione Russia sull`export totale dell`Italia di quei prodotti nel mondo, è pari all`1,5% nel 2021. L`importanza del mercato russo per i prodotti italiani colpiti dalle sanzioni risultava già in calo nel 2021, in confronto con il triennio precedente quando le vendite ammontavano a 427 milioni di euro in media all`anno.
Nonostante l`impatto delle sanzioni sull`export italiano sia contenuto, questo appare particolarmente significativo per alcuni specifici comparti italiani. Infatti, per specifici comparti, l`export verso la Russia dei beni colpiti dalle sanzioni rappresenta una quota rilevante rispetto al totale delle esportazioni di quei beni nel mondo.
Tra i principali prodotti colpiti dal blocco, definiti come quelli con un export di almeno 5 milioni di euro in Russia, infatti, ce ne sono alcuni per cui il peso del mercato russo supera il 10% del totale. Si tratta di macchinari, anche ad alta tecnologia, come: parti di satelliti da telecomunicazione; apparecchi di distillazione o di rettificazione; parti ed accessori di apparecchi a raggi X.
Il Centro Studi di Confindustria ha, poi, calcolato che la Russia rappresenta l`1,5% dell`export italiano di beni, rispetto al 2,7% fino al 2014, anno delle prime sanzioni a seguito dell`annessione della Crimea alla Russia, interessando oltre 11mila imprese e il 3% dell`import (5,2% pre-2014).
Il calo del peso del mercato russo, conseguente alle sanzioni legate all`annessione della Crimea, come destinazione dell`export italiano è diffuso a tutti i principali settori, con picchi significativi nei beni di consumo: dall`arredamento (8% pre-sanzioni; 3% nel 2021), al legno (5,5% – 1,1%), all`abbigliamento (7,3% – 3,8%) ai prodotti in pelle (4,6% – 1,7%). “Come è noto, infatti, le sanzioni hanno fiaccato la crescita economica e la domanda interna russa e svalutato sensibilmente il rublo”, ha spiegato il Csc.
Dal lato dell`import, secondo gli economisti di Confindustria, circa un quinto degli acquisti italiani di gas e petrolio è di provenienza russa.
La Russia accoglie il 2,4% dello stock italiano di capitali investiti nel mondo. I capitali italiani hanno realizzato 442 sussidiarie che occupano circa 34,7 mila addetti e producono un fatturato pari a 7,4 miliardi di euro, crescendo mediamente del +7,5% negli ultimi sei anni, molto più di quanto accaduto alle controllate nei paesi extra-Ue (+2,2% nello stesso periodo) e negli Stati Uniti (+5,2%), primo paese extra-Ue per presenza delle multinazionali italiane. Un peso molto più ridotto hanno i capitali russi investiti in Italia, appena lo 0,1% dello stock totale ricevuto dal nostro Paese. Le multinazionali russe rappresentano soltanto lo 0,3% delle multinazionali estere sul territorio nazionale e producono poco più dell`1% del fatturato, per un ammontare superiore agli 8 miliardi di euro.
tn