“Occorre ribadire con forza il ‘no’ ad ogni forma di sfruttamento delle persone e di negligenza nella loro sicurezza”. A dirlo Papa Francesco che stamane in Vaticano a ricevuto in udienza gli imprenditori di Confindustria.
“L`Italia – ha poi aggiunto parlando al mondo dell’impresa – ha una forte vocazione comunitaria e territoriale: il lavoro è stato sempre considerato all`interno di un patto sociale più ampio, dove l`impresa è parte integrante della comunità. Il territorio vive dell`impresa e l`impresa trae linfa dalle risorse di prossimità, contribuendo in modo sostanziale al benessere dei luoghi in cui è collocata”.
Pagare le tasse da parte degli imprenditori è un modo per vivere nel tempo attuale “lo spirito evangelico di condivisione”, ha continuato Papa Francesco
“Una forma di condivisione è la filantropia, cioè donare alla comunità, in vari modi. E qui voglio ringraziarvi per il vostro sostegno concreto al popolo ucraino, specialmente ai bambini sfollati, perché possano andare a scuola. Ma molto importante è quella modalità che nel mondo moderno e nelle democrazie sono le tasse e le imposte, una forma di condivisione spesso non capita.
Il patto fiscale è il cuore del patto sociale. Le tasse sono anche una forma di condivisione della ricchezza, così che essa diventa beni comuni, beni pubblici: scuola, sanità, diritti, cura, scienza, cultura, patrimonio”, ha aggiunto Papa Francesco.
“Certo, le tasse devono essere giuste, eque, fissate in base alla capacità contributiva di ciascuno, come recita la Costituzione italiana. – ha poi detto il Papa – Il sistema e l’amministrazione fiscale devono essere efficienti e non corrotti. Ma non bisogna considerare le tasse come un’usurpazione. Esse sono un’alta forma di condivisione di beni, sono il cuore del patto sociale”.
Per percorrere la via della “condivisione” del benessere, occorre puntare sulla strada della “creazione di lavoro, lavoro per tutti, in particolare per i giovani”, ma anche di sostegno alle famiglie con misure che contrastino la progressiva denatalità in un Paese come l’Italia.
In particolare, ha detto Francesco rivolgendosi al mondo dell’impresa, “i giovani hanno bisogno della vostra fiducia, e voi avete bisogno dei giovani, perché le imprese senza giovani perdono innovazione, energia, entusiasmo. Da sempre – ha quindi sottolineato – il lavoro è una forma di comunione di ricchezza: assumendo persone voi state già distribuendo i vostri beni, state già creando ricchezza condivisa. Ogni nuovo posto di lavoro creato è una fetta di ricchezza condivisa in modo dinamico. Sta anche qui la centralità del lavoro nell`economia e la sua grande dignità”.
Francesco ha poi voluto toccare “la questione della denatalità” che “combinata con il rapido invecchiamento della popolazione, sta aggravando – ha detto – la situazione per gli imprenditori, ma anche per l`economia in generale: diminuisce l`offerta dei lavoratori e aumenta la spesa pensionistica a carico della finanza pubblica. È urgente sostenere nei fatti le famiglie e la natalità”.
Una denatalità, ha poi detto il Papa parlando a braccio, che viene spinta spesso anche dalla perdita del lavoro da parte di quelle donne che restano incinta. “Appena una donna che lavora inizia ad avere la pancia – ha infatti denunciato – la cacciano via. ‘E no – gli dicono – tu non puoi rimanere incinta’. Per favore questo è un problema per le donne lavoratrici. Studiatelo, vedere come fare perchè una donna incinta possa andare avanti, sia con il figlio che aspetta, sia con il lavoro”, ha concluso rivolgendosi direttamente ai tanti imrenditori che gremivano l’Aula Paolo VI.
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