Ancora un record negativo per la natalità in Italia: nel 2021 i nati scendono a 400.249, facendo registrare un calo dell`1,1% sull`anno precedente (-4.643). Ma la denatalità prosegue nel 2022: secondo i dati provvisori di gennaio-settembre le nascite sono circa 6 mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2021. Il numero medio di figli per donna, per il complesso delle residenti, risale lievemente a 1,25 rispetto al 2020 (1,24; negli anni 2008-2010 era a 1,44). Sono i dati che emergono dal rapporto Istat “Natalità e fecondità della popolazione residente – 2021”, divulgato oggi e in parte anticipati nei giorni scorsi dall’Istituto nella terza edizione del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni.
Cala il numero medio di figli delle donne di cittadinanza italiana: 1,18, rispetto a 1,33 nel 2008; cresce la percentuale di nati fuori dal matrimonio: 39,9%, mentre era il 35,8% nel 2020; si attesta a 31,6 anni l’età media delle donne alla nascita del primo figlio.
“A partire dagli anni duemila l`apporto dell`immigrazione, con l`ingresso di popolazione giovane – spesso derivante dei ricongiungimenti familiari favoriti dalle massicce regolarizzazioni – ha parzialmente contenuto gli effetti del baby-bust” il crollo delle nascite, spiega l’Istat, “ma l`apporto positivo dell`immigrazione sta lentamente perdendo efficacia man mano che invecchia anche il profilo per età della popolazione straniera residente. Nel complesso, a diminuire sono soprattutto le nascite all`interno del matrimonio, pari a 240.428, quasi 20 mila in meno rispetto al 2020 e 223 mila in meno nel confronto con il 2008 (-48,2%). Ciò è dovuto innanzitutto al forte calo dei matrimoni, che si è protratto fino al 2014 (con 189.765 eventi a fronte dei 246.613 del 2008) per poi proseguire con un andamento altalenante. A ciò va aggiunto che nel 2020 la pandemia ha indotto molte persone a rinviare o a rinunciare alle nozze al punto da sì che il numero dei matrimoni si sia pressoché dimezzato (-47,4%). La denatalità – precisa l’Istituto – sembra destinata a proseguire nel 2022. Secondo i dati provvisori riferiti al periodo gennaio-settembre, le nascite sono diminuite di 6 mila unità rispetto allo stesso periodo del 2021, poco più della metà di quanto osservato nei mesi gennaio-settembre del 2021 nel confronto con gli stressi nove mesi del 2020 allorché i concepimenti si sono significativamente ridotti a causa degli effetti delle ondate pandemiche”.
E.G.