Prampolini che voto da alla manovra?
La manovra si merita un 6. Non ci sono cose che vanno così male. L’unica cosa che possiamo rimproverare al governo è forse l’eccessiva prudenza e la poca visione di lungo respiro che contraddistingue questa finanziaria.
Come la giudica nel complesso?
Una parte considerevole delle risorse è stata destinata a coprire il caro energia, e questo è un fatto positivo. Tuttavia l’orizzonte temporale di queste misure è troppo limitato. Stiamo parlando di tre mesi che per le imprese non vuol dire nulla, perché non possono fare nessun tipo di pianificazione. Si è poi rafforzato il credito d’imposta contro il caro energia, fino al 35%, ma se poi gli oneri di sistema restano al 25%, alla fine il margine di manovra si riduce a un misero 10%. Ci sono poi tutta una serie di altre misure che per lo stato non hanno nessun costo, come il prolungamento dello stato di emergenza per le imprese o l’ammortamento dei bene energetici, che ci aspettiamo vengano inseriti nel mille proroghe.
Cosa ne pensa della stretta sul reddito di cittadinanza?
È giusta la stretta sul reddito di cittadinanza. Ovviamente chi non può lavorare deve essere sostenuto. Inoltre questa misura ha mandato un segnale culturale molto sbagliato, soprattutto ai giovani, ossia il disincentivo al lavoro.
In che modo valuta la questione relativa all’uso del pos?
Guardi la questione del pos e del tetto a 60 euro credo che sia un suicidio economico. Se un’attività non permette a un cliente di pagare con il bancomat o le carte di credito semplicemente perde questo cliente. Il problema non è tanto l’uso del pos ma i costi, che non sono irrisori come troppo facilmente si sostiene e che poi vanno sempre commisurati a ogni singolo settore.
Che 2023 ci attende?
È molto difficile fare delle previsioni per il 2023. Oltre ai problemi esterni e oggettivi, quello che frena le imprese, che le lascia nell’incertezza è la mancanza di interventi strutturali di ampio respiro. Si ragiona sempre in chiave emergenziale, si va di proroga in proroga, e tutto questo disincentiva il mondo dell’azienda nei confronti di ogni possibile investimento.


























