Si insedia oggi il “Tavolo Sviluppo Automotive” istituito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy d’intesa con Stellantis, cui parteciperanno azienda, Regioni, sindacati e ANFIA. I principali obiettivi sono aumentare i livelli produttivi negli stabilimenti italiani, consolidare i centri di ingegneria e ricerca, investire su modelli innovativi, riqualificare le competenze dei lavoratori e sostenere la riconversione della componentistica. Ma soprattutto, come chiarisce una nota ministeriale, consentire “un confronto continuativo, trasparente e inclusivo tra tutti gli attori” coinvolti.
L’istituzione del Tavolo risponde agli obiettivi indicati nel protocollo d’intesa MIMIT-ANFIA, sottoscritto il 18 ottobre, e alle sollecitazioni più volte emerse nelle riunioni con le istituzioni regionali, con i sindacati e con le associazioni di impresa.
Il leader della Fiom, Michele De Palma, entrando al Ministero delle Imprese e del made in Italy per il tavolo, ha dichiarato: “Gli Elkann devono rispondere alla domanda dei lavoratori italiani su Stellantis e che che i sindacati portano al tavolo: investono o chiudono? Se investono troveranno il lavoro della Fiom e il consenso per poter riportare in Italia e rilanciare ricerca, sviluppo e produzione, se chiudono devono sapere che per quanto ci riguarda lotteremo per difendere ricerca, sviluppo e produzione. Oggi l’incontro al ministero serve se chiarisce qual è la posizione di Stellantis rispetto al futuro della produzione, ricerca e sviluppo nel nostro Paese”.
Aumentare la produzione negli stabilimenti italiani di Stellantis è la richiesta principale che arriva dal leader della Uilm, Rocco Palombella. “Gli stabilimenti devono continuare a essere produttivi, avendo modelli e volumi. Noi abbiamo avuto la possibilità d’incontrare il ministro in altri incontri che non sono stati profittevoli neanche sul piano del metodo. Noi ci aspettiamo che ci sia un incontro diretto con il ministro e con Stellantis per poter stabilire effettivamente come noi mettiamo sotto controllo il sistema dell’automotive e, nel caso specifico, di Stellantis sapendo che oltre ai temi dei carichi di lavoro, dei volumi e dei piani industriali, c’è un tema della transizione che va governato e gestito”.
L’auspicio, sottolinea Palombella, è che a questo incontro “ne seguiranno tanti altri” anche “per avere le informazioni necessarie per sapere come gli stabilimenti continuino a funzionare eliminando qualsiasi forma di cassa integrazione e, soprattutto, come i lavoratori riescano ad avere la tranquillità del futuro”. In questo senso, “l’aumento della produzione – ha aggiunto Palombella – serve inevitabilmente per avere il carico per tutti gli stabilimenti, ma per aumentare la produzione bisogna capire quali sono gli investimenti e i modelli che Stellantis sta progettando”.
Per il segretario nazionale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, l’urgenza resta quella di avere risposte concrete. “Ad oggi non sappiamo se il piano di lavoro che il governo doveva condividere con Stellantis è stato sottoscritto. La dichiarazione di un aumento di volumi senza definire i modelli non va bene, manca un pezzo. Abbiamo alcuni stabilimenti, come Melfi, che hanno emissioni produttive definite, altri su cui sono aperti degli interrogativi, come le assegnazione dei nuovi prodotti a Cassino e il futuro del dopo Panda a Pomigliano”. In più, ha aggiunto, “c’è tutta la questione aperta su Mirafiori. Chiederemo al governo rassicurazioni e garanzie su questo. Il governo deve fare una partita, definendo gli incentivi e misure di sostegno al settore che garantiscano i lavoratori e l’occupazione”.
e.m.